Un semestre con risultati economici più positivi delle attese e nuove operazioni di mercato previste già nei prossime mesi, anche nel digital.
Mondadori chiude i primi sei mesi del 2023 con ricavi netti consolidati a 362,4 milioni di euro, in crescita del 2,1%, e un risultato netto, pari a 12,2 milioni, in aumento di 9,5 milioni rispetto allo stesso periodo del 2022. Al netto delle variazioni di perimetro intervenute tra i due periodi, la crescita organica dei ricavi è stata pari al 2,7%. L’Ebitda Adjusted sale del 38,8% a 38,2 milioni di euro (con 11 milioni in più). Depurando i risultati dei due semestri in esame dei ristori e contributi riconosciuti, la crescita evidenziata dall’Ebitda risulterebbe superiore a 14 milioni. A trainare il business del gruppo sono state in particolare le attività nel mercato dei libri trade ed education.
«I primi sei mesi dell’esercizio in corso mostrano una crescita generale dei ricavi alla quale ha contributo l’ottimo andamento dei nostri core business, che stanno sovraperformando le previsioni di inizio anno», ha sottolineato Antonio Porro, Amministratore delegato del Gruppo Mondadori. «L’attenta gestione operativa ci ha consentito, inoltre, di incrementare la redditività e la generazione di cassa. Ne conseguono un miglioramento della performance economica e un rafforzamento patrimoniale del gruppo che, insieme all’andamento favorevole dei prezzi dei principali fattori produttivi, hanno creato le condizioni per rivedere al rialzo i target per l’esercizio 2023».

Come già comunicato a fine giugno, Mondadori ha dunque rivisto al rialzo i suoi obiettivi per l’esercizio 2023. I ricavi sono attesi in crescita single-digit, l’Ebitda Adjusted in incremento high single-digit/low double-digit, con una marginalità attesa compresa tra il 16% e il 17%, il risultato netto in aumento di circa il 20%, il cash flow ordinario è atteso tra 65 e 70 milioni di euro, in incremento fino al 15%, mentre l’indebitamento finanziario netto di fruppo (IFRS 16) precisto è a 1,0x Ebitda Adjusted.
L’area Libri Trade ha registrato ricavi pari a 175,5 milioni, in crescita di circa il 18% (+4% a perimetro omogeneo). Il giro d’affari dell’area Libri Education è stato di 57,9 milioni, +16,8%. L’area Retail ha visto salire i ricavi dell’8,1% a quota 83,9 milioni.
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L’area Media di Mondadori ha registrato ricavi per 68,7 milioni di euro, mostrando una contrazione di circa il 30% rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente. Tale contrazione a perimetro omogeneo, escludendo quindi l’effetto del deconsolidamento delle testate cedute a inizio del 2023 e delle attività distributive di Press-di, si riduce a circa l’8% ed evidenzia trend differenti nelle due componenti digital e print. In particolare, a perimetro omogeneo, le attività digitali, che rappresentano oltre un terzo dei ricavi complessivi dell’area, hanno mostrato una crescita dei ricavi pubblicitari pari a circa il 14% (trainando tutto il business advertising del gruppo, in aumento del 10%) ; le attività tradizionali in ambito print sono risultate in flessione del 17% circa, in particolare a causa della sensibile contrazione delle vendite congiunte rilevata nel periodo.
Porro: «Possibili deal rilevanti nell'area digital"
Il gruppo continua a guardarsi intorno al fine di rafforzare la sua offerta sia nel mercato dei libri sia nel comparto digitale.
“La mia missione e quella del management Mondadori è creare valore non solo con la crescita organica, ma anche attraverso opportunità da cogliere sul mercato con delle acquisizioni”, ha detto Porro agli analisti. “Stiamo lavorando a tante operazioni nuove”. Queste operazioni “sono sulla carta, si tratta di negoziazioni, esplorazioni in corso”, ha precisato Porro. “Stiamo valutando e siamo attenti a cogliere delle opportunità. Non saranno deal trasformativi per il gruppo nel suo complesso ma potrebbero essere deal rilevanti guardando la parte digitale”. Porro ha invece escluso una quotazione del digital: “Non stiamo pensando ad operazioni in Borsa per valorizzare le nostre attività digital”.
“Stiamo guardando al rafforzamento del digital”, ha ribadito il cfo Alessandro Franzosi. “Abbiamo una pipe line che ci consente di immaginare che, prima della fine dell'anno, si facciano altre operazioni di rafforzamento, ma non ci sono in cantiere operazioni di valorizzazione intese come listing, Ipo o quotazione della parte digital, oppure operazioni di dimensioni tali da avere un impatto materiale sull'intero gruppo nella sua configurazione”. Franzosi ha ricordato la “potenza di fuoco" di cui dispone il gruppo di Segrate, “una linea inutilizzata per 170 milioni”.