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08/04/2021
di Marco Donati

Ciaopeople chiude il 2020 in crescita e presenta i nuovi uffici milanesi. «In arrivo due nuove attività»

Intervista al Ceo & Founder, Gianluca Cozzolino, e all'Advertising Director, Giorgio Mennella sui traguardi del Gruppo e sulle prospettive del mercato editoriale

Nonostante le grandi difficoltà e incertezze che l'industria della comunicazione, e non solo, ha dovuto affrontare a causa della pandemia, il 2020 di Ciaopeople è stato positivo, ricco di traguardi e soddisfazioni.

Lo scorso anno, infatti, il Gruppo ha registrato un'importante crescita del fatturato, mentre durante questi primi mesi del 2021 ha traslocato in una nuova e più grande sede e lanciato nuovi brand editoriali. E nonostante il mercato dell'informazione online, in Italia e all'estero, si prospetti sempre più sfidante, l'editore si sta preparando ad annunciare altre novità. Ne abbiamo parlato con il CEO & Founder di Ciaopeople, Gianluca Cozzolino, e con l'Advertising Director, Giorgio Mennella.

Siete uno dei gruppi che in Italia ha rivoluzionato l'editoria digitale. Come immagini che il mercato possa uscire dallo stallo attuale? 

«Il mercato non ha voglia di uscire dallo stallo attuale. L’ultimo accordo tra la Federazione degli editori (FIEG) e il sindacato (FNSI) risale al 2014, sette anni fa. In questo accordo di 109 pagine la parola “online” appare una volta, la parola “social” una sola volta a indicare un’esclusione, la parola “digitale” e “internet” zero volte, la parola “stampa” è menzionata 83 volte. Recentemente il sindacato ha stipulato un accordo con l’ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online), ma Fanpage.it non ha i requisiti per accedervi (sic!). Le idee sono poche ed estremamente confuse. I grandi editori tradizionali non hanno interesse a creare un mercato competitivo, invece di dedicarsi ai loro lettori disperdono energie cercando di neutralizzare la concorrenza congelando l’accesso alla professione. Se avessero letto Kotler saprebbero che sono i lettori e non i concorrenti a decidere chi vince la guerra».

Come vedi il digitale da qui a cinque anni?

«Il digitale è già tutto. Puoi fare la spesa, climatizzare la casa o l’auto a distanza, ordinare la cena, prenotare un Uber, conoscere persone, comunicare, informarti, vedere una serie TV, chiacchierare su Clubhouse o ballare su Tik Tok. Per noi che usavamo un telefono a disco per comporre i numeri è tutto e sempre una meraviglia, ma per la generazione Z o Alpha il digitale non esiste. È come respirare, lo fai e non ti chiedi perché».

Come avete chiuso il 2020?

«È stato un anno difficile, come per tutti. Essere presenti in più settori ci ha aiutato a compensare le difficoltà dei singoli progetti. Cookist è diventato un riferimento per chi doveva sopravvivere nei durissimi mesi del lockdown. Nella parte finale dell’anno c’è stata una ripresa complessiva dell’intero comparto digitale. Chiudiamo con un incremento di revenue del 35% rispetto all’anno precedente, siamo online con Kodami nel mondo pets e Geopop per le scienze. Nei prossimi mesi lanceremo altre due attività, ma ne parleremo più in là».

Lavorare nel digitale è un'avventura ricca di stimoli ma anche di ostacoli, che offre a chiunque voglia tante opportunità per reinventarsi ed avere successo. Raccontaci un episodio “folle’’ che ti riguarda.

«Fondare un giornale senza essere un giornalista. Senza aver mai messo piede in una redazione. Più che una follia direi che è stata un’opportunità. Ci ha permesso di inventare il giornale online senza pregiudizi e sovrastrutture. Abbiamo aperto la strada sui social, ridefinendo i confini della distribuzione dell’informazione, costruito una presenza video nella narrazione attraverso inchieste, reportage, esperimenti sociali che ci ha permesso di coinvolgere e appassionare milioni di lettori. Oggi sono più di cinque milioni le persone che leggono ogni giorno i nostri giornali grazie al lavoro dei 250 professionisti del gruppo Ciaopeople. Come disse Mark Twain: “Un uomo che ha un’idea nuova è uno svitato finché quell’idea non ha successo”».

Risponde Giorgio Mennella

Oggi gli utenti chiedono ai brand di farsi promotori e attivatori di temi quali la giustizia sociale, la sostenibilità, la difesa delle donne ecc. Voi in quanto editori come concretizzate questa responsabilità?

«La comunicazione di brand, mai come in questo periodo, è allineata con i nostri valori. È nelle nostre fibra la lotta per i diritti, l’equità e la giustizia sociale. Traspare in ognuna delle nostre testate, da Fanpage.it in prima linea, fino ad Ohga, con il suo costante invito alla sostenibilità ambientale. Così come le testate, anche la nostra produzione di branded content ha una vocazione sociale e di positività».

Come la situazione politica attuale potrà impattare sui mercati?

«Il mercato italiano sembra al momento in attesa di sviluppi, con tre grandi incognite, oltre ad un’eventuale recrudescenza della pandemia: la stabilità di Governo, l’utilizzo del recovery plan ed il blocco dei licenziamenti. Tutti e tre questi punti potrebbero avere un impatto diretto sul potere d’acquisto degli italiani e sui conseguenti investimenti pubblicitari».

La nuova sede testimonia anche la crescita di Ciaopeople, che colpisce soprattutto pensando alle difficoltà che in generale si registrano nel mondo dell’editoria, nel nostro Paese e non solo. Sintetizzando, cosa rende vincente la vostra proposta al mercato?

«Dopo 6 anni lasciamo la vecchia sede perché siamo cresciuti, abbiamo più che quadruplicato i team, sia quello advertising che le redazioni di Fanpage.it e Ohga. Avevamo bisogno di uno spazio consono al nostro lavoro e nel quale poter permettere alla nostra creatività di esprimersi. Il digitale è un moto perpetuo di innovazione, in questi sei anni abbiamo saputo navigare le evoluzioni tecnologiche così come i cambiamenti nella fruizione dei contenuti. Questo è alla base della nostra offerta al mercato, permettiamo ai nostri partner di essere il centro dell’attenzione per i nostri utenti».

Il 2021 per Ciaopeople si è aperto con diverse novità, a partire dal lancio di Kodami. Quali sono i vostri obiettivi per l’anno in corso?

«Kodami è il frutto della nostra capacità di adattamento e di lettura delle necessità mediatiche degli italiani. Mancava un giornale indipendente sul mondo pet, mancava ai nostri lettori e mancava ai brand. Il 2021 è un anno di incertezze, che non ci impediscono di progettare futuri possibili e nuove evoluzioni». 

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