10/11/2025

Il Milano Film Fest 2026 svela le opportunità per i brand: «Un laboratorio sul futuro della cultura e dell’impresa»

In programma dal 4 al 9 giugno, invita aziende e investitori a unirsi come partner in un progetto di marketing culturale che celebra cinema, innovazione e territorio

da sx: Claudio Santamaria, Laura Boy, Tommaso Sacchi e Fabrizio Piscopo

Il Milano Film Fest ha acceso ufficialmente i riflettori sulla seconda edizione, in programma dal 4 al 9 giugno 2026, presentando a imprenditori e operatori del settore le opportunità di partnership per l’anno prossimo. L’appuntamento di upfront, ospitato il 10 novembre a BASE Milano, ha visto la partecipazione del direttore artistico Claudio Santamaria, della presidente della Fondazione Milano Film Fest, Laura Boy, dell’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e del media general manager Fabrizio Piscopo.


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«La seconda edizione del Milano Film Fest non sarà solo una rassegna – ha spiegato Laura Boy – ma un laboratorio attivo sul futuro. Mettendo al centro le nuove tendenze del cinema e i linguaggi emergenti, vogliamo consolidarci come un ponte tra visione creativa e mercato. Il nostro obiettivo è trasformare Milano nella vera capitale italiana delle nuove storie e delle nuove opportunità, insieme ai partner che credono nella forza trasformativa della cultura».

Il festival, ideato dalla Fondazione Milano Film Fest (che unisce Il Cinemino, Esterni, Fondazione Dude e Perimetro), si svolgerà nei cinema, teatri, piazze e spazi urbani della città, con proiezioni, concorsi, retrospettive, eventi industry e focus dedicati a serie tv e fotografia. Complessivamente, si stimano 95 partecipanti fisici e oltre 9 milioni di contatti complessivi sul territorio, a cui si aggiungerà l’ampia copertura mediatica tra tv, stampa, radio e online.  

Per Santamaria, «un’attenzione particolare sarà dedicata alle nuove generazioni, con un festival che si propone come osservatorio vivo, dove linguaggi e protagonisti si contaminano in un’atmosfera informale e aperta».

Boy ha ribadito il ruolo strategico dei partner: «Milano fa scuola nel dialogo pubblico-privato. L’apporto delle aziende è ciò che ci permette di mantenere accessibilità e qualità, rendendo il festival un’esperienza realmente inclusiva. Le collaborazioni dell’anno scorso - da Monge con il progetto ‘Cinebau’ a Napapijri con il corto dedicato ad Alberto Tomba, fino a San Carlo - mostrano quanto un brand possa arricchire l’esperienza culturale senza sovrapporsi ad essa».

Un approccio win-win che si conferma anche per il 2026, dove il festival promette un’esperienza diffusa, popolare e trasversale, capace di unire i pubblici del cinema, della musica, dell’arte e della comunicazione. E se lo scorso anno i partner sono stati 12, quest’anno si punta ad arrivare a 20, come ci ha spiegato il General ManagerFabrizio Piscopo.

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