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Content Creation

Silvio De Rossi
a cura di Silvio De Rossi

Content Creator e Influencer, collabora con i più importanti Brand del panorama automotive e non solo. Founder di Stylology.it, nel suo passato Televideo Rai e Mediavideo, i veri antenati di internet. E’ stato responsabile editoriale di Blogosfere.it, partecipando al successo del network di blog più grande d’Italia. In seguito è stato direttore responsabile di Leonardo.it. Si occupa di produzioni foto e video con particolare attenzione ai format più adatti ai social network.

17/02/2022

Il cortocircuito tra fake news e social network

I social network sono da diversi anni terreno fertile per le fake news. Ma cosa pensano gli italiani? La pandemia ha cambiato l’approccio alle informazioni? Ecco alcuni dati che dimostrano quanto sia complessa la situazione attuale

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Nessuno si stupisce più del dilagante problema delle fake news sui social network. Restare però solo a guardare il problema ingigantirsi è sbagliato. Analizzando la situazione si può notare la correlazione tra due aspetti: il primo è dove gli utenti vanno a reperire le notizie, il secondo è in quale modo queste notizie vengono veicolate. Ho provato a fare il punto per analizzare meglio il presente e poter prevedere il futuro prossimo.

Nel corso del 2021 ben 14 milioni e mezzo di italiani hanno utilizzato Facebook per ottenere notizie di cronaca generale. Oltre 4 milioni e mezzo utilizzano esclusivamente i social network come canale di informazione. Ma c’è un dato contraddittorio: l’86,8% delle persone pensa che le notizie presenti sul web dovrebbero essere oggetto di regole e controlli più accurati. Se ci pensate bene, questi numeri ci mostrano un vero e proprio cortocircuito mentale. Gli italiani si informano sui social, ma sono consapevoli che potrebbero leggere qualcosa di artefatto o addirittura falso.

Per questi utilissimi dati devo ringraziare l’Osservatorio permanente Ital Communications-Censis. Andando a vedere nel dettaglio la tipologia di utenti che utilizza i social come fonte per informarsi (14-80 anni) è ben il 30,1% ad utilizzare Facebook come fonte d’informazione e di questi il 33% è donna e il 41,2% laureati.

Tra gli altri social network utilizzati per ottenere notizie, il 12,6% degli italiani sceglie YouTube (tra i giovani la percentuale sale al 18%) mentre il 3% predilige Twitter (la percentuale, anche in questo caso, è più alta nei giovani, con il 5%).

Se da una parte è senz’altro positivo il fatto che i social abbiano concesso un’alternativa a portata di tutti per informarsi, dall’altra è pur vero che utilizzare solo questo canale regala alle fake news un potere clamoroso.

Gli utenti non sembrano però ignari dei rischi che si possono correre sui social: il 55,1% pensa che il digital fomenti sentimenti quali rancore, odio e conflittualità e tale percentuale sale tra le donne (58,9%) e tra gli under 34 (58,4%). Da non sottovalutare anche il 22,6% che teme di imbattersi nei “famigerati” haters. La soluzione migliore nei confronti delle fake news sarebbe invece, per il 56,2% degli italiani, quella di predisporre pene più severe per coloro che contribuiscono a diffonderle in modo deliberato.

Analizzati anche gli effetti del Covid. La pandemia ha senz’altro spinto la ricerca di informazioni online e sui social network ma la maggior parte degli utenti italiani (86,4%) pensa che in questo caso siano altre le fonti più accreditate. In particolare, si prediligono i quotidiani (cartacei o online), televisione e radio perché questi possono avvalersi di esperti e professionisti. Su questo fronte, l’affidabilità dei social crolla: per gli utenti questi ultimi sono giudicati affidabili solo per il 34,3% mentre la televisione schizza al 74,5%. Nel 2021 l’utenza internet in Italia ha toccato quota 83,5%. Rispetto al 2019 la crescita è stata di 4,2 punti percentuali. In crescita anche l’utilizzo degli smartphone all’83,3% (+7,6%) e l’uso dei social network al 76,6% (+6,7%).

Torno a scrivere la parola con la quale ho praticamente aperto il pezzo: cortocircuito. Gli italiani sanno che sui social le fake news trovano terreno fertile, ma continuano ad usarli per informarsi. Per quale motivo? Perché la prima cosa che fanno quando aprono gli occhi la mattina è quella di accedere al loro social preferito. Perché sui mezzi passano il tempo scrollando sul proprio smartphone. Perché quando si annoiano aprono un social e guardano cosa succede nel mondo. E qui accade la “magia”: subiscono in modo passivo le informazioni che trovano lungo il loro cammino social. Sanno che potrebbero trovarsi di fronte ad una fake news, ma quando un titolo è acchiappaclick non c’è modo di resistere. Siamo la repubblica del clickbaiting. E la colpa è (anche) della stampa online. Perché i contenuti che troviamo su Facebook non si generano da soli. Ve lo assicuro, non vi sto raccontando una fake news.