PerformUP, la nuova frontiera della search nell’era dell’AI generativa
Con l’avvento dei modelli di linguaggio e delle interfacce conversazionali, la ricerca online vive una trasformazione epocale. Nicola Costanzo, Ceo di PerformUP, racconta come l’adtech torinese, specializzata nell'individuazione dei contesti conversivi, abbia evoluto la propria tecnologia Diogene per aiutare brand ed editori a restare visibili e competitivi nei nuovi scenari di discovery
La rivoluzione dell’AI generativa sta ridisegnando le regole della ricerca online, aprendo scenari inediti per brand ed editori. Se un tempo i motori di ricerca erano l’unico punto di accesso alle informazioni, oggi le interfacce conversazionali e gli LLM stanno trasformando il modo in cui scopriamo contenuti, prodotti e servizi. In questo contesto, PerformUP si è evoluta per intercettare i nuovi modelli di discovery, ampliando le potenzialità della tecnologia proprietaria Diogene e ponendosi come guida strategica per chi vuole restare rilevante nelle conversazioni generate dall’intelligenza artificiale. Ne abbiamo parlato con Nicola Costanzo, Ceo della adtech company torinese.
Nicola, come sta cambiando la search con la rivoluzione dell’AI generativa?
La ricerca online sta attraversando la trasformazione più significativa degli ultimi vent’anni. Per molto tempo i motori di ricerca sono stati l’unico punto di riferimento per chi voleva trovare informazioni, prodotti o servizi. Poi sono arrivati i social, che soprattutto tra i più giovani hanno iniziato a sostituire Google come strumento di scoperta: oggi non è raro che un ragazzo cerchi un ristorante o un consiglio di viaggio direttamente su TikTok.
Ora stiamo assistendo a un ulteriore cambio di paradigma. Con l’avvento dei modelli di linguaggio come ChatGPT, Gemini o Copilot, una parte crescente delle ricerche si sta spostando verso interfacce conversazionali. L’utente non inserisce più una query, ma formula una domanda complessa e riceve una risposta immediata, senza neppure dover visitare un sito esterno. Per il momento si tratta soprattutto di ricerche informative o ispirazionali, ma è realistico pensare che in un futuro molto vicino anche le decisioni più vicine all’acquisto passeranno da questi strumenti.
Non a caso, anche i motori di ricerca tradizionali stanno correndo ai ripari. Google, ad esempio, ha introdotto le cosiddette AI Overviews, sintesi generate dall’intelligenza artificiale che compaiono in cima alle SERP. Secondo uno studio di Semrush, nel primo trimestre del 2025 queste AI Overviews sono già presenti in oltre il 13% delle query, in crescita dal 6% circa di inizio anno. È una mossa strategica: da un lato Google risponde alla concorrenza degli LLM, dall’altro cerca di limitare l’emorragia di traffico verso piattaforme esterne, trattenendo l’utente sempre di più all’interno del proprio ecosistema.
In questo scenario, quali sono le strategie messe in atto da PerformUP per far sì che i brand continuino ad essere rilevanti?
In PerformUP abbiamo lavorato per intercettare questo cambiamento, aggiornando la nostra tecnologia proprietaria, Diogene. Nella sua prima versione Diogene era pensato per individuare i migliori placement sui motori di ricerca tradizionali e su piattaforme come YouTube, fornendo ai nostri clienti indicazioni precise su dove comparire per ottenere le conversioni migliori.
Oggi abbiamo evoluto il sistema, ampliando la sua capacità di analisi. Non ci limitiamo più a monitorare i motori di ricerca, ma studiamo quali sono le fonti che gli LLM utilizzano e citano nelle loro risposte. In questo modo possiamo consigliare ai brand non solo come posizionarsi nelle SERP tradizionali, ma anche come diventare rilevanti nelle conversazioni generate dall’intelligenza artificiale. È un passo fondamentale, perché il rischio per molti brand è quello di scomparire da questi nuovi ambienti di ricerca se non presidiano correttamente le fonti da cui i modelli si nutrono.
Quali sono i consigli che fornite ai siti editoriali partner per posizionarsi al meglio sul mercato?
Per gli editori il tema è altrettanto cruciale. Per anni hanno investito energie e risorse nell’ottimizzazione SEO, cercando di scalare le classifiche dei motori di ricerca. Quel lavoro rimane importante, ma non basta più. Oggi si apre un nuovo fronte, quello che chiamiamo AIO, AI Optimization, che richiede un approccio diverso.
Gli editori dovranno concentrarsi ancora di più sulla qualità, sull’autorevolezza e sulla pertinenza dei contenuti, perché i modelli generativi tendono a privilegiare le fonti solide e riconosciute. Non si tratta più solo di inserire keyword o lavorare sulla struttura tecnica del sito, ma di costruire contenuti che abbiano un valore semantico e contestuale tale da diventare naturalmente citabili dagli LLM. È un cambiamento profondo, che porterà a un ecosistema dove SEO e AIO convivranno e si completeranno a vicenda. E soprattutto richiederà un nuovo dialogo tra editori, brand e piattaforme tecnologiche, per capire come i contenuti vengono utilizzati e come trasformarli in un vantaggio competitivo.
In conclusione, in questo contesto in rapida evoluzione, la costante è che i contesti conversivi resteranno sempre, ciò che cambia è il modo di trovarli. Il nostro obiettivo è continuare a supportare brand ed editori con un approccio consulenziale e tecnologico. Siamo a disposizione di tutti gli interlocutori del mercato per condividere competenze e strategie utili a presidiare i nuovi scenari di ricerca. Grazie al laser targeting di Diogene, siamo in grado di individuare non solo i placement più efficaci oggi, ma anche i nuovi contesti di conversione che si aprono con l’avvento dell’AI e dei modelli generativi.