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09/05/2022
di Alessandra La Rosa

Master Communication compie 3 anni. La fondatrice Marianna Carlini: «Coerenza alla base di una buona comunicazione»

Cosa significa oggi comunicare in maniera efficace? Lo abbiamo chiesto alla manager dell’agenzia di pr, che intanto valuta una possibile alleanza con un partner negli USA

Marianna Carlini, fondatrice di Master Communication

Marianna Carlini, fondatrice di Master Communication

Il 7 maggio è una data importante per Master Communication, agenzia di comunicazione specializzata in relazioni pubbliche, che proprio quel giorno compie i suoi primi 3 anni.

Oggi Master Communication, come ci spiega Marianna Carlini, fondatrice dell’agenzia, è «un laboratorio che aggrega l’esperienza di professionisti che lavorano da 15-20 anni nelle relazioni pubbliche e la propensione alla sperimentazione di chi ha la voglia e la curiosità di mettersi continuamente in gioco per aggiornarsi e imparare nuovi modi e strumenti per comunicare; la struttura integra la stabilità di un’agenzia con la flessibilità di un team che, in base ai singoli progetti di lavoro, può attivare freelance, giornalisti, professionisti specializzati in settori specifici».

Il compleanno di Master Communication ci offre l’occasione di fare un punto con Marianna Carlini su quello che significa oggi comunicare in maniera efficace e migliorare la reputazione di un’azienda.

Marianna, secondo la tua esperienza e quella di Master Communication, qual è l’ingrediente fondamentale per comunicare in maniera efficace oggi?

«Coerenza. Tra ciò che si è, ciò che si fa e quel che si comunica, indipendentemente dai canali e dagli strumenti che si utilizzano.»

Quanto è importante oggi la reputazione per un’azienda e come si fa a migliorarla e mantenerla?

«La reputazione è un valore intangibile sempre più importante per le aziende, non più solo per quelle che producono beni tangibili ma anche per quelle che offrono un servizio. Basti pensare che alcune grandi compagnie di assicurazione prevedono ormai nella loro offerta anche polizze specifiche volte a recuperare possibili danni di reputazione. Prima che nella comunicazione, il miglioramento della reputazione si persegue a livello reale indagando nei comportamenti interni alle aziende, intercettando quelli che possono costituire un rischio e intervenendo concretamente per migliorarli, ad esempio nel rapporto con i collaboratori, che sono sempre più un veicolo di comunicazione verso l’esterno. La buona reputazione si mantiene comportandosi bene veramente e mantenendo sempre una coerenza tra ciò che si fa e ciò che si comunica, perché ormai c’è un potere editoriale diffuso che in qualsiasi momento può far emergere una discrepanza tra comunicazione e comportamenti. Uno dei miei motti è: comunicare è un impegno.»

Nell’offerta di Master Communication si inserisce anche la comunicazione su LinkedIn. A tuo parere, qual è il giusto approccio per chi vuole comunicare su questa piattaforma?

«LinkedIn è l’unico social che al momento includiamo nei nostri servizi, perché è quello che si integra meglio con la comunicazione corporate e che permette di valorizzare ulteriormente i risultati di ufficio stampa. Si presta bene a una comunicazione B2B, ma anche B2C con un approccio più selettivo che popolare. Sulla piattaforma sono sempre più presenti i giornalisti e le redazioni. Le pagine servono a raccontare azioni che rappresentano i valori, condividendo aspetti della quotidianità aziendale che normalmente non sono visibili all’esterno. I profili personali degli imprenditori e/o dei manager permettono di comunicare le caratteristiche umane, la visione, i comportamenti delle persone che costituiscono le aziende. Riuscire a coinvolgere i dipendenti e collaboratori come ambasciatori dell’azienda/brand significa sfruttare a 360° il potenziale della piattaforma.

Ma solo se tutto il meccanismo si fonda su basi reali, ovvero su una sana vita d’azienda, è veramente efficace. Se si comunicano contenuti finti, si percepisce. Ci sono imprenditori che comunicano come se fossero motivatori/formatori e non parlano quasi mai della loro azienda. È un modo di stare sulla piattaforma che secondo me non è efficace: può raccogliere tanti like, ma non costruisce relazione. Come chi pubblica solo in occasione della giornata mondiale di questo o quello. Come chi condivide solo contenuti altrui senza mai produrne di propri o almeno aggiungere un commento che faccia percepire un carattere personale. Sono modi per fare semplice atto di presenza, senza impegnarsi davvero in una conversazione con l’altro.»

Chiudiamo parlando di futuro. Come sta crescendo l’offerta di Master Communication? Ci sono delle novità in cantiere?

«In termini di servizi offerti, al momento vogliamo mantenere le nostre attività core. Siamo concentrati a consolidare la struttura e l’organizzazione. Vogliamo crescere coinvolgendo professionisti competenti e seri, che credono come noi nella parte più concreta della comunicazione: partire da fatti concreti per produrre risultati concreti. Abbiamo accumulato esperienze in settori merceologici anche molto diversi tra loro e vogliamo mantenere questo approccio diversificato, senza specializzarci.

Stiamo valutando una possibile alleanza con un partner negli Usa che condivida il nostro stesso approccio, perché lavoriamo con diverse aziende del food&beverage interessate ad espandersi nel mercato nordamericano. E perché potremmo a nostra volta supportare realtà statunitensi interessate a farsi conoscere in Italia.»

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