Maria Chiara Scafuro, fondatrice di Pink - Digital Rockers
Il mondo del business e del design sta mutando ad una velocità del tutto inattesa. L’impatto sul modo in cui comunichiamo, acquistiamo, ci connettiamo e ci esprimiamo, non è e non sarà più lo stesso. Una pandemia mondiale ha accelerato il processo di digitalizzazione tecnologica di moltissime industrie, un processo irreversibile che non tornerà indietro, e le conseguenze sul mondo del design, del branding e dell'innovazione sono evidenti.
«Le aziende che saranno capaci di adattarsi al cambiamento in maniera agile e flessibile, trasformando una crisi in opportunità, prospereranno. Le altre moriranno -, ci dice Maria Chiara Scafuro, imprenditrice under 30 fondatrice di Pink - Digital Rockers –. Le agenzie sono morte, viva le agenzie».
E proprio da questo concetto nasce Pink - Digital Rockers, nuova start-up digitale che Maria Chiara Scafuro ha fondato con suo fratello Davide, consulente ed investitore che opera nel digitale da oltre 10 anni.
Maria Chiara e Davide Scafuro
«Proprio come in epoca medievale l’espressione "Il re è morto, lunga vita al re!", era il modo con cui si piangeva il re defunto, celebrando il nuovo erede, oggi vogliamo sottolineare l'importanza e il valore delle agenzie, proprio quando il rischio per molte di loro è di perdere la sfida con il bisogno di cambiamento», ci spiega la startupper.
Ventinovenne, una laurea a Roma in Economia e Management, Maria Chiara Scafuro dopo gli studi è partita per Londra, dove ha vissuto due anni ed ha sperimentato il lavoro in agenzia e il mondo del business, aprendo con alcuni colleghi un food format italiano. Rientrata in Italia con la voglia di mettere a frutto l’esperienza maturata all’estero, ha iniziato a lavorare in agenzie italiane per brand del mondo fashion, lusso, beauty e lifestyle. Circa 4 anni fa, ha fondato la sua prima agenzia e ha portato avanti parallelamente attività di mentorship dedicate a startup nel mondo dell’imprenditoria femminile.
Con l’arrivo della pandemia, però, la manager si è resa conto dell’emergere di nuove esigenze e bisogni nel mercato, e della necessità di un approccio nuovo e distintivo al mondo del digital e della comunicazione. «Oggi le aziende hanno bisogno di “ridisegnare” (design) i loro processi e di portare innovazione (open innovation) e digitalizzazione».
Quello che propone Pink - Digital Rockers è infatti un modello che parte dal “design thinking” caratterizzato da una grande flessibilità, come ci illustra la sua fondatrice: «Mettiamo a disposizione dei clienti mentor ed advisor di alto profilo specializzati in varie verticalità (Luxury, Fashion, Food, Hotellery, etc), con cui le aziende possono “co-disegnare” la corretta strategia digitale, oltre che una piattaforma di “creators” su cui trovare i talenti più idonei per la parte più prettamente creativa e tecnologica».
«Il vecchio modello di agenzia, oggi, è superato – continua l’imprenditrice –. Oggi bisogna trovare nuovi modelli che possano portare efficienza e competitività senza mettere a repentaglio la qualità dell’execution e le skills del team, per essere sostenibile e scalabile in termini impreditoriali».
L’imprenditrice utilizza il paragone della band musicale: «Pink sarà una “band” con cui costruire jam session specifiche, con i migliori digital rockers, in base alle verticalità delle industry del cliente». L’obiettivo è portare innovazione e tecnologia sul mercato, con «lo spirito “rock-distruptive” che meglio ci rappresenta».
Il nome Pink, in tutto questo, non è casuale. «Se per anni abbiamo considerato il rosa come il colore femminile per eccellenza – ha spiegato la manager –, la storia ci insegna che non è sempre stato così. Negli anni Settanta, infatti, i movimenti controtendenza hanno adottato il rosa come colore della rottura, della ribellione, del punk e della mancanza di regole e schemi. Con una forte carica simbolica, il rosa ha ripreso negli ultimi anni il suo valore gender fluid, riconfermando il suo potere comunicativo di non accettazione dei comandi dall’alto».
«Per noi Pink rappresenta un modo di essere e di approcciare al business – ha proseguito Chiara -, e perciò sarà anche
una “factory” con cui creeremo spin-off B2C». Tra i punti di forza del nuovo progetto, infatti, c’è la creazione di uno Spin-Off Incubator dedicato a startup italiane e internazionali. «Un modo per creare business nel presente, ma anche porre le basi per un mercato più aperto alle innovazioni creative e alla tecnologia, spingendo idee imprenditoriali che guardano al futuro e che possano contaminare le nostre startegie B2B».