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di Teresa Nappi

Diversity e inclusion entrano nei piani media con il Conscious Advertising Project

Sono già 14 le campagne in Italia che adottano stabilmente l’approccio ideato da Channel Factory per superare gli attuali modelli del settore pubblicitario digitale basati su block-list che generano discriminazione

Luca Di Cesare, Country Manager Italy di Channel Factory

Luca Di Cesare, Country Manager Italy di Channel Factory

DEI (Diversity, Equity, Inclusion) è l’acronimo coniato per identificare tutte quelle pratiche adottate a livello aziendale capaci di sviluppare l’inclusione sociale, l’impegno sulla sostenibilità ambientale, la valorizzazione delle differenze individuali come elementi di crescita collettiva. Si tratta di temi che registrano una crescente attenzione da parte delle imprese, che ora è possibile applicare anche alle strategie media grazie al Conscious Advertising Project: un’iniziativa dal respiro internazionale targata Channel Factory, azienda specializzata in brand suitability per  le pianificazioni di video advertising su YouTube, che unisce tecnologia e progettualità per indirizzare le pianificazioni pubblicitarie verso un approccio più equo e inclusivo.

Già lanciato con successo negli Stati Uniti, il Conscious Advertising Project è stato presentato giovedì a un gruppo di decision maker del settore pubblicitario in un evento organizzato a Milano.

«Essere conscious significa essere consapevoli di se stessi e di quello che ci circonda – ha detto Luca Di Cesare, Country Manager Italia di Channel Factory -. Oggi tutte le aziende abbracciano internamente ed esternamente politiche di Diversity, Equity e Inclusion. Tuttavia, nel media, ossia nelle strategie di pianificazione pubblicitaria, queste politiche non vengono ancora applicate. E’ un cambiamento che vogliamo promuovere con il Conscious Advertising Project, che offre alle aziende la possibilità di sviluppare una pianificazione media più inclusiva e più consapevole”.

Nella pratica, il Conscious Advertising Project punta a superare gli attuali standard di brand safety del settore pubblicitario digitale, basati su block-list che generano discriminazione nei confronti di produttori di contenuti che trattano specifiche tematiche, come ad esempio quelle legate al mondo LGBT+, della disabilità, dell’etnia.

Primo step del Conscious Advertising Project è stata la revisione di tutte le block list – in tutte le 39 lingue gestite da Channel Factory - e l’individuazione delle keyword legate alle tematiche DEI per creare liste realmente inclusive. Successivamente il focus è stato rivolto alla creazione di un database di video content creator italiani che vengono inclusi nelle pianificazioni di Channel Factory per le campagne di video advertising su YouTube. La selezione di questi canali è condotta in collaborazione con Diversity, no profit impegnata nel diffondere la cultura dell’inclusione, e con l’Università Cattolica di Milano. (Qui sotto: un momento dell'evento di presentazione)

Subito, nei primi 3 mesi di operatività in Italia, il Conscious Advertising Project ha riscosso l’attenzione di importanti aziende, con 14 campagne che hanno già incluso le liste “conscious” in modo stabile. Tra i first adopter c’è Fater (la joint venture tra Angelini e P&G che commercializza i brand Lines, Pampers, Ace). «I risultati sono stati sorprendenti: il View-through Rate, ovvero la capacità di andare a ingaggiare gli utenti con le nostre comunicazioni, è più alta perché i messaggi si trovano in contesti più idonei ai nostri valori di brand”, ha detto nel corso dell’evento Stefania Marinangeli, Head of Media and Brand Integrated Communication dell’azienda. La manager, presente all’evento, ha illustrato in particolare l’impegno inclusivo di Fater nella comunicazione del Brand Lines, che declina l’impegno a “creare un mondo migliore per donne migliori” enunciato nella campagna di brand anche in una serie di iniziative concrete, per esempio aiutando le donne vittime di violenza attraverso il sostegno alla onlus WeWorld.

Con il Conscious Advertising Project, insomma, oggi è possibile applicare anche al settore media quell’attenzione che le aziende e la comunità dei pubblicitari hanno già fatto proprie a livello di contenuto. Nel corso dell’evento sono state evidenziate, in proposito, le campagne premiate dal 2017 a oggi nell’ambito del progetto Equal, l’iniziativa dell’Art Directors Club italiano ideata per valorizzare le migliori campagne che aiutano ad abbattere le disuguaglianze, pronta a uscire dai confini italiani per diventare un benchmark europeo della più famosa associazione tra creativi. L’Italia si propone dunque come laboratorio per un nuovo ecosistema pubblicitario più attento ai temi sociali emergenti, che hanno un grande impatto anche sulle scelte di acquisto dei consumatori. Ma la rivoluzione della comunicazione consapevole è solo ai primi passi.

“Siamo molto soddisfatti dell’attenzione che il Conscious Advertising Project sta destando tra aziende e centri media. E’ un viaggio, e siamo all’inizio. Auspichiamo che il cambiamento coinvolga anche tutti gli editori, che devono rendersi conto che fino ad adesso c’è stato un problema e dobbiamo affrontarlo tutti quanti insieme”, ha concluso Luca Di Cesare.

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