• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play

FLU Pills

A cura di Flu

Pillole dal mondo degli influencer

05/07/2021
di Chiara Dal Ben - Marketing & Innovation Director FLU

Il potere della voce: il marketing dell’ascolto è davvero il nuovo trend?

FLU-ENGAGE-LUGLIO.jpg

A inizio 2021 nel giro di pochi giorni ci siamo ritrovati tutti su Clubhouse. Complice la situazione di lockdown che stavamo affrontando e il maggior tempo a disposizione, abbiamo scoperto con curiosità il nuovo social network, cercato di capirne le dinamiche e di valutarne le opportunità di business.

A febbraio si sono registrati i primi casi di collaborazioni a livello di influencer marketing quando alcuni brand hanno realizzato i primi esperimenti di “room” coinvolgendo gli influencer come speaker per discutere di tematiche specifiche.

In FLU abbiamo lavorato a uno dei primissimi progetti italiani su Clubhouse per il nostro cliente Amaro Montenegro che ha voluto raccontare i nuovi modi dello stare insieme durante il periodo di lockdown.

In quell’occasione Amaro Montenegro ha scelto di creare un tavolo di discussione nel quale ciascun partecipante potesse raccontare come ha reinterpretato i momenti di convivialità. Abbiamo scelto di coinvolgere Andrea Dianetti e Tess Masazza e, come moderatore, Diego Passoni di Radio Deejay.

Grazie a questo progetto ci siamo resi conto che l’interazione vocale è diventata un vero palcoscenico per la condivisione di esperienze e opinioni e che le aziende possono sfruttare la voce per i loro progetti di comunicazione e branding.

Che ci piacciano i contenuti audio è ormai chiaro, perché ben si adattano alla vita frenetica e alla necessità di essere multitasking della nostra società. Lo sanno bene Spotify, che ha appena lanciato “Greenroom”, e Mark Zuckerberg che, visto il numero di download di Clubhouse nei primi mesi dell’anno (unito al lancio di Twitter Spaces) e l’interesse dei brand per la piattaforma vocale, ha scelto di implementare i file audio nei suoi social network.

Dopo averlo preannunciato in primavera, è notizia di questi giorni che Facebook ha lanciato la fase di test delle novità sul mercato americano: sono arrivate le live audio rooms (ovvero le stanze in diretta, come avviene su Clubhouse), i soundbites (brevi contenuti sonori), alcuni strumenti per creare audio originali e i podcast da ascoltare direttamente dall’app e su Spotify con cui ha stretto una partnership.

Parlando proprio di podcast, i numeri vanno a loro favore e il consiglio è quello di includerli nella pianificazione tra le leve su cui realizzare campagne pubblicitarie e progetti di comunicazione branded. Infatti, secondo una ricerca di Nielsen per USOP (United States of Podcast) si è passati dai 12 milioni di ascoltatori nel 2019 ai 13,9 milioni del 2020 e da 23 minuti di ascolto a una media di 24 minuti.

Viene spontaneo quindi chiedersi: considerando che la figura del “podcaster” e dello “speaker” sta diventando una professione (a tendere ogni brand dovrà scegliere di identificarsi con una voce in particolare che rispecchia il proprio tone of voice), come può un marchio fare podcast marketing nel modo corretto? Come può far sentire la propria voce e comunicarsi con la giusta strategia?

Il marketing dell’ascolto aiuta a rafforzare la brand identity e agisce nelle fasi alte del funnel, ovvero quelle di awareness e consideration. Tramite gli audio un’azienda può infatti informare ed educare la propria community e sfruttare l’alto tasso di engagement e conversioni tipico di questo strumento.

Il consiglio è di non essere mai auto-referenziali ma di realizzare un audio di storytelling emozionale e coinvolgente scegliendo un host che rispecchia il tone of voice dell’azienda oppure realizzare delle interviste focalizzate su una determinata tematica tramite cui un brand può accreditarsi come autorevole in una certa nicchia.

In alternativa, una delle modalità messe a disposizione è la realizzazione di quelle che in gergo vengono chiamate host-read ads, ovvero delle inserzioni pubblicitarie - della durata di circa 30/60 secondi - che vengono lette e interpretate dal podcaster e che solamente alla fine si capisce essere sponsored.

Audio: hype or not?