Ti è mai capitato di vedere il tuo sito passare da un giorno all’altro dalla prima pagina di Google alla seconda, terza pagina o addirittura sparire? Se sì, uno dei motivi potrebbe essere proprio una penalizzazione da parte di Google in seguito a un aggiornamento dell’algoritmo.
Regolarmente, infatti, Google aggiorna il suo algoritmo (che è quello che determina il posizionamento dei siti e dei contenuti in SERP) con l’obiettivo di fornire risultati qualitativamente migliori che rispondano nel modo più coerente al search intent degli utenti.
"Ma in che senso?", vi sarete sicuramente chiesti.
In pratica, ogni volta che un utente digita una keyword, in pochi istanti il sistema dell’algoritmo di Google mette in relazione la parola chiave inserita con una copia scansionata e memorizzata di miliardi di pagine web dell’indice di Google e crea una classifica dei siti relativa a quella singola ricerca (mostrandoci quindi dei siti invece che altri).
Per posizionare un sito nella SERP (Search Engine Result Page, ovvero la pagina dei risultati di ricerca), l’algoritmo di Google valuta più di 200 fattori di ranking differenti: questi aggiornamenti quindi, influenzano i risultati di ricerca perché modificano la rilevanza di ogni singolo fattore di ranking per determinare il posizionamento dei siti.
In altre parole, Google, per rispondere in modo più esaustivo possibile alle ricerche degli utenti, apporta continue modifiche al suo algoritmo e lo fa con un numero di aggiornamenti che continua ad aumentare di anno in anno.
Se quindi non sei aggiornato e non lavori costantemente alla SEO del tuo sito, rischi di essere penalizzato e di vederlo cadere a picco nell’abisso delle pagine inesplorate di Google.
Per farti capire l’enormità di aggiornamenti che Google effettua sul suo algoritmo, ti mostro un grafico che illustra il numero di aggiornamenti dal 2010 al 2018:
Per capire l’entità di questo fenomeno, solo nel 2018 Google ha affermato di aver apportato 3234 aggiornamenti al suo algoritmo, una media di quasi 9 al giorno.
Alcuni di questi aggiornamenti sono più piccoli e hanno effetti minori sulle SERP, altri invece, definiti "Broad Core Algorithm Update", influenzano i risultati di ricerca in modo significativo.
Vediamone alcuni nel dettaglio.
Gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google nel 2019
- Google Broad Core Update marzo 2019
Questo aggiornamento mirava a migliorare il modo con cui il motore di ricerca valuta la rilevanza di un contenuto per una determinata ricerca con l’obiettivo di rispondere nel modo più esaustivo possibile alla richiesta dell’utente. Il Broad Core Update ha principalmente interessato le query di ricerca racchiuse nell’acronimo EAT (Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness, ovvero competenza, autorevolezza e affidabilità) cioè le tre caratteristiche che secondo le linee guida del Page Quality Rating di Google un contenuto di qualità deve avere.
- Google Core Update giugno 2019
A giugno 2019 Google annuncia il rilascio di un altro Core Update per il proprio algoritmo con l’obiettivo di modificare i criteri di classificazione che determinano i risultati di ricerca.
- Google Update giugno 2019 “Site Diversity Change”
Nel mese di giugno Google rilascia il cosiddetto “Site Diversity Change” volto a prevedere in SERP massimo due risultati per ogni dominio. Questo aggiornamento non è ancora pienamente funzionante (almeno in Italia) per alcune ricerche locali e commerciali.
- Google Core Update settembre 2019
Questo aggiornamento dell’algoritmo ha avuto un grande impatto su tutti i contenuti che riguardano la salute e la finanza, Your Money or Your Life (YMYL).
Senza alcun dubbio, però,
l’aggiornamento che nel 2019 ha rivoluzionato la ricerca di Google è stato BERT.
Perché Google BERT è l’aggiornamento più importante degli ultimi anni
Il 25 ottobre 2019 Google annuncia l’aggiornamento di algoritmo denominato
BERT come
“Il più grande passo avanti negli ultimi 5 anni e uno dei più grandi nella storia della Search”.
BERT, acronimo di
Bidirectional Encoder Representations from Transformers, permette al motore di ricerca di comprendere in modo più sensibile
sfumature del linguaggio proprie degli esseri umani e quindi frasi più lunghe scritte o pronunciate a voce tramite la ricerca vocale e collegare ad esso risultati più pertinenti attraverso la sua rete neurale.
Nello specifico, l’innovazione tecnica consiste nell’applicare un modello che riguarda la comprensione e modellazione del linguaggio che
permette di mettere in relazione le parole contenute in una frase, invece di gestirle singolarmente come avveniva in passato. Questa particolare caratteristica consente al motore di ricerca, di leggere l’intera sequenza di parole contemporaneamente e di
apprendere il contesto di una parola in base a tutto ciò che è scritto a sinistra e destra della parola stessa.
E quindi?
Ecco come sfruttare gli algoritmi di Google
Così come il motore di ricerca si evolve per comprendere al meglio il linguaggio naturale, allo stesso modo per capire il funzionamento di Google bisogna
approfondire l’evoluzione dei suoi algoritmi.
Ciò significa che
solo con un’ottimizzazione strategica del tuo sito (basata sulla conoscenza approfondita dei costanti aggiornamenti e best practices di Google) è possibile restare a galla e non vedere colare a picco il sito e tutta l’attività che hai costruito online, ma anzi è
possibile vederlo crescere esponenzialmente insieme al tuo business.
In quest’ottica,
affidare il proprio business a degli esperti del settore che possano comprendere al meglio come ragiona il motore di ricerca, e pianificare di volta in volta una strategia efficace per ottenere la massima visibilità nei risultati di ricerca,
è la migliore risposta ai più frequenti aggiornamenti di algoritmo di Google.
Oggi
per ottimizzare un sito per i motori di ricerca è necessario avere competenze tecniche e strategiche e aggiornarsi costantemente: è anche per questo che per ottenere visibilità e trasformare gli utenti in potenziali e nuovi clienti per il tuo business online,
un esperto SEO gioca un ruolo sempre più importante in un piano di web marketing di successo.
Mentre leggi questo articolo, Google continua ad aggiornare il suo algoritmo!
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