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02/05/2020

Amazon: boom per i ricavi e pubblicità in crescita del 40% nel 1° trimestre

Sulla marginalità della società pesa l'aumento dei costi. La divisione “Other”, al cui interno è contabilizzata l’attività pubblicitaria, fattura 3,9 miliardi di dollari

Anche ai tempi della pandemia, la pubblicità è una delle voci del bilancio di Amazon che continua a crescere in modo più significativo garantendo oltretutto una buona marginalità. A trainare i profitti del colosso ecommerce sono state nel primo trimestre dell’anno in primo luogo le attività cloud, capaci di generare tre quarti degli utili del gruppo di Jeff Bezos, con l’advertising appunto a seguire. La marginalità del core business dell’azienda, l’ecommerce, ha invece risentito dell’aumento dei costi sostenuti dal gruppo per la gestione dei prodotti e la loro consegna (da marzo a oggi Amazon ha assunto 175.000 nuovi dipendenti per rispondere alla domanda in crescita a causa del Coronovirus), tanto che i profitti, pari a 2,5 miliardi di dollari, sono risultati in diminuzione del 30% rispetto ai 3,7 miliardi di un anno fa. Gli utili per azione sono stati di 5,01 dollari mentre gli analisti si attendevano 6,23 dollari. Amazon ha inoltre sottolineato che in condizioni normali avrebbe previsto nel secondo trimestre utili di gestione pari a 4 miliardi di dollari. Una cifra analoga è stata invece ora messa a budget per garantire lo sviluppo del business in condizioni di sicurezza sia per i consumatori sia per i dipendenti. La compagnia non esclude dunque di arrivare a riportare perdite per 1,5 miliardi tra aprile e giugno.

Il fatturato supera i 75 miliardi di dollari

Se i profitti hanno deluso le aspettative degli azionisti, il giro affari di Amazon, trascinato appunto dal boom degli acquisti online durante i lockdown imposti in diversi paesi dalle autorità governative, è invece cresciuto del 26% raggiungendo i 75,5 miliardi, superando le attese di 73,7 miliardi del mercato.  Amazon beneficia in particolare dell’aumento della consegna nelle abitazioni di generi alimentari, della vendite di prodotti per la casa, del boom dell’intrattenimento domestico (con Amazon Prime Video) e persino della maggior diffusione del lavoro a distanza e della telemedicina. L’attività della divisione di servizi cloud AWS si è infatti ampliata alla luce della maggior richiesta di servizi da parte delle tante aziende che hanno dovuto ricorrere al lavoro in modalità remota. Le entrate sono passate da 7,7 miliardi a 10,2 miliardi, con utili operativi pari a 3,08 miliardi. I settori entrati più in crisi a causa del Coronavirus, come i viaggi, l'ospitalità e il settore automobilistico, non sono invece mai stati particolarmente importanti per il business di Amazon.

L'andamento del business pubblicitario

A differenza delle altre grandi società tecnologiche statunitensi, da Google a Facebook fino a Twitter, Microsoft e Snapchat, il colosso dell’ecommerce fondato da Jeff Bezos sta subendo meno i contraccolpi della crisi economica provocata dal Coronavirus sull’andamento del suo business pubblicitario, pur avendo registrato a marzo una parziale frenata dovuta soprattutto alla decisione di limitare il numero di categorie di prodotti distribuiti (per privilegiare i beni di prima necessità nei giorni del lockdown) e ai ritardi nei tempi di consegna. Nel primo trimestre dell’anno i ricavi incassati grazie all’advertising sono dunque aumentati di circa il 40%. La divisione “Other”, al cui interno è contabilizzata l’attività pubblicitaria, ha fatturato da gennaio a marzo 3,9 miliardi di dollari (+44%), la maggior parte dei quali proprio grazie alle inserzioni commerciali delle aziende. Il fatturato pubblicitario è dunque cresciuto in linea con il risultato ottenuto nell’ultimo trimestre dello scorso anno (quando l’incremento era stato appunto del 40%), ha detto agli analisti il chief financial officer Brian Olsavsky.

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