Nel suo intervento all’Advanced TV Conference, Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di Auditel, ha unito riflessioni di scenario e dati concreti sul futuro della televisione connessa e sulla centralità della misurazione (sopra l'articolo, il video completo ndr).
Al centro dell’analisi, l’evoluzione della Connected TV, con oltre 26-27 milioni di smart TV presenti nelle case italiane. “Il focolare si è fatto altro… oggi viviamo nel caleidoscopio mediatico. Rete, piattaforme, algoritmi: qualcosa di più simile a un circuito neurale piuttosto che a un caminetto”, ha osservato Sassoli, sottolineando come la TV lineare e quella on demand non si escludano ma convivano, intrecciandosi.
I dati lo confermano: nel 2024 la TV lineare ha rappresentato ancora il 65% del tempo di visione totale, mentre lo streaming on demand ha raggiunto il 30%, con una crescita annua a doppia cifra. Una “rivoluzione silenziosa”, compiuta attraverso milioni di telecomandi, che però non ha cancellato la centralità della TV tradizionale.
In questo contesto, il ruolo della misurazione è decisivo. Auditel, ha ricordato, ha ampliato il proprio panel fino a 41.000 individui in 16.000 famiglie, integrandolo con SDK video unici, tecnologie digitali e dati censuari, con l’obiettivo di coprire entro il 2026 circa il 95% delle interazioni digitali con contenuti televisivi.
“Misurare non è solo contare gli ascolti, è tenere la rotta, offrendo punti fermi in un mondo che ha perso troppi riferimenti sicuri”, ha concluso Sassoli. “Noi continueremo testardamente, con tecnologie sempre più sofisticate, a cercare la verità dei numeri, dei volti, dei gesti e delle serate qualunque davanti a uno schermo”.