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06/05/2020

Ecommerce, è boom con il lockdown: triplicano i nuovi consumatori

Pet care (+154%), cibi freschi e confezionati (+130%), prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona i settori che beneficiano di più dello sviluppo del commercio elettronico. Il punto al Netcomm Forum Live

Nel giro di poche settimane il digitale ha fatto un balzo in avanti nella vita di tanti italiani come mai era successo prima. La crisi sanitaria del Covid-9 ha infatti accelerato lo spostamento delle abitudini di acquisto e i comportamenti dei consumatori a favore dell’ecommerce, il canale che ha garantito continuità di servizio per numerose attività imprenditoriali e per i cittadini. Dall’inizio del 2020 ad oggi, è stato spiegato oggi durante la plenaria di apertura dell’edizione di Netcomm Forum Live, ospitata il 6 e 7 maggio da una nuova piattaforma digitale, sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni), 1,3 milioni dei quali, secondo le stime di Netcomm, sono da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria del Covid-19. Negli stessi mesi dello scorso anno (da gennaio e maggio 2019), infatti, si registravano 700.000 nuovi consumatori: si tratta della crescita organica che il mercato ecommerce si aspettava anche nei primi 4 mesi del 2020, se non fossero subentrati la crisi del Coronavirus e il conseguente lockdown. L’ecommerce è dunque il settore che crescerà di più (fino al +55%) a livello mondiale con l’impatto del Covid-19, seguito da modern food retail (fino al +23%) e vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici (fino al +15%). Diversi settori, come quello del fashion & lifestyle, sono stati invece colpiti duramente di altri anche online, ma il 77% dei merchant digitali ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti durante questa fase di emergenza sanitaria.

I settori merceologici che crescono di più

Dal punto di vista delle vendite online, si è registrata una vera e propria impennata nei settori che fino a poche settimane fa erano considerati emergenti: a registrare l’incremento maggiore, da fine febbraio a metà aprile, è infatti il pet care (+154%); seguito da cibi freschi e confezionati (+130%); prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%). Non solo approvvigionamento alimentare per gli esseri umani e igiene per la cura personale e della casa, dunque: gli italiani comprano online anche per soddisfare le esigenze dei propri animali domestici, fedeli compagni di quarantena per milioni di persone.

Il boom del Click&Collect e del proximity commerce

«Stiamo assistendo a un’evoluzione inaspettata dei modelli di consumo degli italiani», ha spiegato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. «A cambiare in tempi record sono state soprattutto le modalità di spedizione e di consegna. Il Click&Collect, ovvero la possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio da parte del cliente, ha registrato una crescita del 349% e ci aspettiamo che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e, soprattutto, distanziamento sociale«. Un modello che ha preso piede in Italia in questi quasi due mesi di lockdown è stato inoltre il proximity commerce, che permette l'integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. «Si tratta di un servizio che ha finalmente raggiunto cittadine e piccoli centri abitati che fino a poche settimane fa non avrebbero immaginato di poterne beneficiare e difficilmente i consumatori rinunceranno a questa comoda pratica». Tuttavia, emerge che la tendenza a una logica omnicanale è ancora molto bassa, come limitato rimane il livello di gestione smart dei negozi tramite app che consentano ai consumatori di localizzare lo store più vicino, pagare, ricevere sconti e programmi fedeltà. Dall’analisi condotta da Netcomm su circa 280 insegne di diversi settori, che rappresentano circa 46.000 punti vendita, risulta infatti che solo il 79% possiede un canale ecommerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in store di prodotti acquistati online. «In questi giorni di emergenza sono tante le domande che ci poniamo sugli effetti e sulle mutazioni che ci attendono nel mondo del commercio», ha aggiunto Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - Politecnico di Milano. Tra le poche certezze c’è a mio avviso la vicinanza, la dipendenza che i canali online e fisico hanno dimostrato con forza in questo momento difficile. Durante il lockdown, il digitale per tanti ha rappresentato l’unica (e preziosa) occasione per mantenere viva una relazione con i propri consumatori. Per altri l’ecommerce è stato motore di crescita esponenziale delle vendite, ma le operation hanno dettato con violenza i ritmi e soprattutto hanno imposto i limiti. Quando avremo lasciato alle spalle questa crisi, l’ecommerce svolgerà un ruolo indispensabile per la ripresa del commercio e dei consumi: come individui cercheremo una nuova normalità, sicuramente più digitale. Una sfida importante per il nostro retail». «In questo scenario in continua evoluzione, le sfide per le aziende e le pmi non sono poche, ma altrettante sono le opportunità per trasformare e innovare il proprio business», ha concluso Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. «Acquisire le competenze tecnologiche più adeguate è la chiave per accelerare o avviare per la prima volta il percorso verso l’ecommerce, un settore che mai come in questo momento ha dimostrato di essere non più solo un accessorio, ma un servizio fondamentale per le imprese e per i cittadini».

Marseglia, Amazon: «E' ora di recuperare il gap digitale»

A margine del panel in cui è intervenuta oggi a Netcomm Forum Live, anche Mariangela Marseglia, VP, Country Manager di Amazon.it e Amazon.es (nella foto in basso), ha descritto il ruolo svolto dall'ecommerce nel corso dell'emergenza Covid-19. «In questo momento in cui le comunità e le aziende di tutto il mondo si stanno muovendo per adottare diverse misure a favore del distanziamento sociale, è emersa l’importanza dell’ecommerce per garantire un servizio fondamentale ai clienti, quello di ottenere i beni di cui le famiglie hanno bisogno senza uscire di casa. Abbiamo creato un team dedicato e implementato oltre 150 importanti cambiamenti di processo, tra cui l'adeguamento delle pause, la fornitura di maschere, guanti e strumenti per il controllo della temperatura, e altre misure di sicurezza nei nostri siti. Queste modifiche hanno consentito di tutelare la salute dei dipendenti, a cui va un particolare ringraziamento, e permettere la continuità del nostro servizio. Ma abbiamo anche dato la priorità a tutti i prodotti essenziali: così le persone anziane hanno potuto ricevere casse d’acqua rimanendo a casa, chi faceva lo smart working poteva ordinare beni per il lavoro e tutti gli studenti i materiali necessari per proseguire gli studi sempre da casa». «La fiducia nell’ecommerce come canale d’acquisto è in crescita e il settore ha retto bene all’emergenza, con le filiere di approvvigionamento che hanno potuto mantenere l’operatività», ha detto ancora Marseglia. «Questo è diventato anche un canale di vendita per tutte quelle aziende che avevano già adottato una strategia multicanale e che hanno potuto così proseguire la propria attività raggiungendo i propri clienti. Credo quindi che questo sia il momento per le pmi italiane di cogliere l’opportunità per digitalizzarsi visto che solo un terzo di loro si sono affacciate al digitale e solo una su sette (di quelle con più di 10 dipendenti) ha un fatturato significativo online. Questa crisi, inoltre, ha cambiato fortemente i consumi e i canali di vendita e sta sollecitando i venditori italiani a recuperare il gap digitale con i concorrenti stranieri per sfruttare al meglio le opportunità di fare business sia in Italia che all’estero».

Bellezza e cosmetica, vendite online a +82%

Nei mesi di marzo e aprile 2020,  le vendite online dei top seller nel settore del beauty e della cosmetica sono aumentate dell'82% rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge dalla nuova analisi di BrandOn Group presentata al Netcoom Forum Live. «Nei due mesi che hanno visto l'Italia in lockdown, tra marzo e aprile 2020, lo scontrino medio unitario delle vendite online di prodotti di bellezza e cosmesi è cresciuto del 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Abbiamo registrato anche una crescita del 44% delle vendite con costo unitario superiore a 150 euro e il prezzo medio dei prodotti più costosi è cresciuto del 75%”, ha detto Ilaria Tiezzi, Ceo di BrandOn Group. «I numeri registrati in questo periodo sono certamente da attribuire alla chiusura degli store fisici delle profumerie. Tuttavia, l’intero settore del retail dovrà modellarsi ai cambiamenti repentini nelle modalità e nei comportamenti di acquisto dei consumatori, che continueranno a vedere nei canali digitali la soluzione più funzionale e adeguata alle proprie esigenze. La salute e la sicurezza continueranno a rappresentare una priorità e le occasioni per recarsi in luoghi affollati saranno ridotte al minimo».  

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