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di Andrea Salvadori

Open Fiber chiude la gara e sceglie Leagas Delaney per le prossime campagne pubblicitarie

Yes I Am è stata invece selezionata per la comunicazione interna

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Open Fiber ha chiuso la gara avviata a inizio anno per la scelta delle agenzie che si occuperanno delle sue prossime campagne pubblicitarie e della comunicazione interna.

Ad imporsi nel pitch per la realizzazione dei prossimi progetti above the line, below the line e digitali è stata Leagas Delaney, mentre Yes I Am, l’agenzia che ha seguito Open Fiber dal 2018 dopo essersi imposta in un analogo procedimento di gara, sarebbe stata ora selezionata per la comunicazione interna. 


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Alla consultazione hanno preso parte sette agenzie, di cui tre giunte poi nella fase finale. Oltre a Leagas Delaney, l'agenzia guidata dal ceo Alessandro Scarinci, e alla Yes I Am di Silvio Abbro, Open Fiber ha invitato H2H, Parallelozero, SocialCom, 3Ways e SuperHumans.

L’agenzia che gestisce la comunicazione social di Open Fiber è Justbit, mentre il centro media è Mindshare

Ad occuparsi del processo di gara in Open Fiber sono stati Antonella Mandarano, Responsabile Brand Strategy e Media, ed Andrea Colucci, Responsabile Relazioni con i media e Comunicazione.

Digital, stampa, affissione e cinema sono i media su cui ha puntato sino ad oggi la società per la pianificazione delle proprie attività pubblicitarie. Nel 2020 Open Fiber ha avuto 3 momenti importanti di comunicazione, che l’hanno vista protagonista di campagne realizzate per raccontare i benefici e le caratteristiche della propria rete. Un ventaglio di mezzi da cui è assente la televisione, una scelta che sarà confermata anche nei prossimi mesi. 

Open Fiber, la società nata alla fine del 2016 per la realizzazione di un’infrastruttura di rete a banda ultralarga in fibra ottica Fiber To The Home, è partecipata da Cassa Depositi Equity al 50%, mentre a dicembre Enel, che deteneva sino ad allora una quota analoga, ha iniziato un percorso per cedere la sua partecipazione (tra il 40 e 50% del capitale) al fondo infrastrutturale australiano Macquarie per un controvalore che oscilla tra 2,12 e 2,65 miliardi di euro.

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