Google annuncia l'implementazione di nuovi strumenti volti a fornire agli utenti maggiori informazioni sulle inserzioni online e l'introduzione di nuove risorse per guidare marketer e publisher in ambito privacy online.
Innananzitutto, la funzione denominata "Why this ad", che permette agli utenti di ottenere maggiori informazioni su alcuni dei fattori considerati per selezionare quel determinato annuncio per loro, o scegliere di smettere di vedere quell'inserzione, è stata estesa anche alla pubblicità all'ambiente smart tv.
Nei prossimi mesi, sarà poi introdotta l'inedita funzione "About this ad", che mostrerà agli utenti il nome verificato dell'inserzionista di ogni annuncio. Sarà inizialmente disponibile per gli annunci display acquistati tramite Google Ads e Display & Video 360 e nel corso del 2021 verrà abilitata anche su altre vetrine pubblicitarie.
Inoltre, al fine di fornire alle persone informazioni dettagliate su tutte le inserzioni da loro visualizzate sul web, Google sta lanciando l'Ads Transparency Spotlight, già disponibile per una prova come estensione alpha sul Web Store di Chrome.
Per quanto riguarda invece il Privacy Sandbox di Chrome, sono state pubblicate diverse proposte per nuove API che risolverebbero casi d'uso quali la selezione degli annunci, i tassi di conversione e protezione antifrode in modo da non divulgare informazioni di carattere personale dei singoli utenti.
Nel blogpost, Google ha anche comunicato di stare esplorando una serie di approcci volti a migliorare la privacy degli utenti assicurandoci che gli editori "possano guadagnare ciò di cui hanno bisogno per creare i propri contenuti e che, al contempo, gli inserzionisti possano raggiungere il pubblico più adatto ai loro prodotti".
Il Funding Choices di Google si integra con il TCF di IAB Europe
Intanto, Big G ha comunicato che Funding Choices, la sua consent management platform, si integrerà con il Transparency & Consent Framework (TCF) di IAB Europe, strumento che sostiene gli operatori dell’ecosistema pubblicitario digitale nel processo di conformità al GDPR e e alla direttiva ePrivacy.
"L'integrazione offre agli editori una lingua comune cosicché i dati di consenso possano essere utilizzati per la pubblicità personalizzata e la misurazione", ha scritto in un altro blogpost Vegard Johnsen, Senior Product Manager for Ads Privacy and Safety di Google.
Come fa notare AdExchanger, con questa operazione i segnali di consenso di Google saranno trasmessi in maniera chiara ai fornitori adtech e attraverso CMP terze, in modo tale che gli editori non siano più obbligati a usare lo strumento proprietario di Big G.