04/03/2019
di Rosa Guerrieri

Nativemail.it, piattaforma di 15countries Agency, cresce nel mercato italiano del Native Mail Advertising

La soluzione è utilizzata oggi da 40 inserzionisti e 300 editori per inviare all’interno delle loro newsletter inserti di pubblicità nativa. Ecco come funziona

15Countries Agency, agenzia di performance marketing basata su prodotti verticali, consolida la sua posizione di leader nel mercato italiano del Native Mail Advertising con il raggiungimento di una milestone molto importante, ossia i 300 editori e siti affiliati che ogni giorno utilizzano la piattaforma Nativemail.it per inviare all’interno delle loro newsletter inserti di pubblicità nativa basati su di un mix di tecnologia (HTML 5, Google AMP per Gmail e Tensorflow: il motore open source di Google per l’intelligenza artificiale). Tutto il progetto è basato in Google Cloud e sfrutta le potenzialità del calcolo computazionale di Gquery per segmentare in tempo reale gli invii, sulla base comportamentale degli utenti in rapporto ad aperture, click e conversioni tramite i pixel di tracciamento su landing e thank you page del cliente. Ci spiega come funziona la stessa 15Countries Agency: «in modo molto semplice, apparentemente, ossia un editore che ha un sito web e invia giornalmente, settimanalmente o bisettimanalmente le proprie newsletter alla propria base di lettori, si iscrive nella nostra piattaforma e scarica da 1 fino 3 box interattivi che carica dove vuole nel corpo della sua newsletter. Da quel momento in avanti, quando invierà attraverso la propria piattaforma d’invio, sia essa, ad esempio, MailUp o Mailchimp, per citarne alcune, non dovrà fare più nulla. In caso d’invio, la piattaforma e gli algoritmi, serviranno ai lettori di quella newsletter gli ads negli spazi predisposti in rapporto all’engagement di quel target audience in relazione al CTR e al CPL obiettivo del cliente. L’inserzionista pagherà a click e l’editore percepirà una grossa fetta dei proventi, mentre Nativemail.it servirà gli ads ottimizzando i guadagni per l'editore e massimizzando i ritorni per l’inserzionista». Attiva da oltre un anno e mezzo sul mercato italiano, NativeMail.it conta oltre 40 clienti tra diretti e centri media che ogni mese investono nella tecnologia proprietaria di 15countries Agency Sagl. Il settore del native mail advertising è in grande crescita: secondo le stime di e-marketer entro il 2023 avrà il valore di 6 miliardi di dollari per il solo segmento native all’interno delle newsletter. «Il motivo di tale successo si deve - ci spiega il direttore generale di 15countries, Dario Mazzali - a due cambiamenti del mercato del settore mail: da un lato una lotta senza più confini da parte dei filtri antispam alle classiche mail pubblicitarie tradizionali (Dem), che negli ultimi tre anni hanno visto ridurre i volumi di lead prodotti da questo canale per gli advertiser; dall’altro, dopo l’attuazione del GDPR, la totale assenza di problematiche legali per il cliente inserzionista (infatti, gli utenti essendo fedeli iscritti della newsletter non possono in alcun modo creare problemi di privacy e allo stesso tempo, gli editori hanno un bassissimo tasso di disiscritti alla newsletter, non ricevendo più continue mail di spam o presunto tale)». «L’idea di base è nata guardando oltre oceano e mixando i modelli di business di due startup di successo come Liveintent e Namomedia - racconta Emanuele Tha, Ex Venture Capital con i fondi Dpixel, e Moai Capital nonché attuale Ceo di Hercules Media che ha ideato la piattaforma in collaborazione con 15countries -. La prima invia tramite le newsletter dei grandi siti editoriali americani inserti banner 300x250, facendo pagare l’inserzionista su base CPM e vendendo il traffico anche con accordi con le principali DSP americane, la seconda (Namomedia) acquisita da Twitter lo scorso anno era specializzata in pubblicità nativa mobile in Html 5 e non in javascript, come normalmente accade per gli ads dei principali player native. Da qui mi è venuta l’idea di fondere le due cose e creare una piattaforma in grado di veicolare pubblicità nelle newsletter che non fosse il classico banner statico ma che emergesse dal contenuto, fosse dinamica, non percepibile dai filtri antispam e non utilizzasse il java-script che, come molti sanno, non funziona nei client di posta fissi e mobili. La sfida è stata però ardua, tecnologicamente parlando, in quanto non esiste al mondo nulla di simile, anche se molte concessionarie parlano impropriamente di native mail». Gli annunci di Nativemail.it lavorano in tempo reale sulla base di algoritmi e intelligenza artificiale ma lo fanno in HTML non in java-script e sono visibili da qualsiasi browser mobile o client di posta. Oltre a questo, essendo dinamici e in HTML non sono visibili dai filtri antispam e questo garantisce all’editore di avere gli stessi tassi di apertura che avrebbe normalmente senza essere penalizzato. La dinamicità degli annunci in tempo reale garantisce che se pur viene inviata una newsletter da parte di un editore del meteo ad esempio ad 1 milione di utenti, gli algoritmi sulla base dei primi 10.000 apritori, mostrano tutte le campagne in corso per poi restringere il campo a due o tre ads di diverse campagne che sulla base dei dati statistici comportamentali di quel dato invio stanno dando il migliore risultato sul quel target editoriale. Questo significa che una newsletter di arredamento non necessariamente mostrerà annunci di arredamento ma al contrario ads molto diversi tra loro e unici per ogni singolo utente, in base al rapporto tra CTR e CPL obiettivo. «Una soluzione - sottolinea la società - vincente in partenza e non ci fa mai perdere un cliente in quanto si ottimizza da sola e garantisce sempre il CPL obiettivo al cliente a costo di spegnersi su quel dato invio se nelle prime aperture non converte come deve in favore di un’altra campagna che garantisce massima qualità al cliente». Ecco qualche numero dopo circa un anno di campagne: in rapporto ad una campagna Dem tradizionale il numero di click prodotti è in media 1/10; in media 1 su 3 dei click prodotti converte in un’azione di lead o vendita; il ritorno medio dell’investimento in Nativemail.it a 30 giorni dalla fine della campagna è del 130%; le conversioni sono in media un 10% in meno rispetto alla Sem di Google, dove però è l’utente a ricercare qualcosa. «Abbiamo chiari i nostri obiettivi per il 2019 - continua Dario Mazzali - ossia diventare sempre più leader di mercato in Italia e portare a oltre 100 clienti inserzionisti il nostro portafoglio sul prodotto nativemail.it con una reach di circa 30 milioni di anagrafiche mail attive».

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