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21/06/2023
di Simone Freddi

Molestie nelle agenzie, dal caso We Are Social alle reazioni delle associazioni. La situazione

L’agenzia al centro della bufera per la vicenda della “Chat degli 80” si difende in una nota. Intanto, si registrano le posizioni di Adci e Ferpi

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Continua a tenere banco la vicenda delle molestie sessuali e di genere nell'ambiente della pubblicità. Tra nuove denunce e prese di posizione, al centro delle polemiche vi è in particolare una vicenda risalente a qualche anno fa e ribattezzata come la “chat degli 80”: una chat su Skype, appunto, in cui i dipendenti maschi della sede italiana di una importante agenzia, We Are Social, si scambiavano commenti sessisti, apprezzamenti pesanti e vere e proprie offese rivolte alle colleghe.  

L’esistenza della chat, denunciata per primo dal noto pubblicitario ed ex presidente dell’Adci Massimo Guastini, è stata già confermata da uno dei capi dell’agenzia in questione, che ha spiegato come sono andate le cose dal suo punto di vista e cosa a suo tempo è stato fatto per rimediare. Al netto delle tante polemiche sui social, a riportare il caso al centro della cronaca sono oggi alcune interviste ad ex dipendenti della sede italiana di We Are Social, che hanno rivelato una serie di particolari sul contenuto della chat e sul clima all’interno dell’agenzia. “Era un ambiente molto machista – ha raccontato per esempio Mario Leopoldo Scrima -, oserei dire liceale con molti comportamenti da bulletto e da cricca”. E sulla chat ha rilevato: “Era una chat in cui c'erano solo i maschi di quella agenzia. Dai direttori ai nuovi arrivati [...]. Ed era una chat in cui ci scambiavamo un impressionante numero di messaggi in orario e sul posto di lavoro. [...] Era naturale che tutti i maschi vi partecipassero. Solo che l'argomento era monotematico: il sesso e i corpi delle nostre colleghe”, ha spiegato il professionista.

La replica di We Are Social

In una nota l'agenzia ha replicato così alle accuse: “In relazione alle notizie apparse a mezzo stampa - relative a fatti risalenti al periodo compreso tra il 2016-2017 - We Are Social condanna, da sempre, qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamenti inappropriati. We Are Social è da sempre impegnata nel creare un ambiente di lavoro sano e inclusivo. La società, nel corso degli anni, ha messo in atto numerose iniziative con partner qualificati affinché il benessere e la tutela delle persone siano al primo posto”.


Aggiornamento del 22/06: WE ARE SOCIAL SI AUTOSOSPENDE DA UNA E AVVIA UNA INDAGINE CON UN ENTE TERZO


Le prese di posizione di Adci e Ferpi

Intanto, dopo la presa di posizione di UNA, altre associazioni del settore stanno iniziando a esporsi sulla questione. Tra le reazioni si segnalano quella dell’Art Directors Club Italiano, l’associazione che riunisce i professionisti del settore della pubblicità presieduta da Stefania Siani.

In particolare l’Adci ha reso pubblico uno statement i cui spiega che “l’affermazione di una sistemica cultura di rispetto e di equità e lo sradicamento del sessismo in particolare verso le donne sono tra le nostre priorità come Club. Nel consiglio straordinario tenutosi il 19 giugno abbiamo deciso di convocare un’assemblea generale per parlare e affrontare apertamente i temi in un dialogo con tutti i nostri soci”.

Più articolata la reazione di Ferpi: l’associazione di riferimento in Italia per le professioniste e i professionisti delle relazioni pubbliche in una nota ha fatto sapere che “legge con viva preoccupazione e sgomento le notizie riportate in questi giorni dai media relative a comportamenti sessisti, discriminatori nei confronti delle donne, e a violenze e abusi di natura sessuale, all’interno dell’industry della comunicazione. Come associazione che ha sempre sostenuto i valori della diversità e dell’inclusione, e creduto nell’alto ruolo e responsabilità dei professionisti della comunicazione nel promuovere una cultura inclusiva, Ferpi, con una sola voce, ribadisce ancora una volta che è giunta l’ora di voltare pagina una volta per tutte e mettere al bando qualsiasi tipo di comportamento sessista e discriminatorio a partire dal nostro mondo professionale. Non solo, che è giunta l’ora di ispirare e farsi portavoce, come Federazione, di un nuovo paradigma finalmente pensato da donne e uomini, insieme”.

Lasciando alle istituzioni preposte il ruolo di verificare e perseguire gli illeciti e i reati che possano essersi verificati Ferpi, si legge sempre nella nota, “condanna apertamente, con il suo Presidente Filippo Nani, la Vicepresidente Daniela Poggio e la Segretaria Generale Daniela Bianchi, tali comportamenti e annuncia la messa a terra, insieme al direttivo e agli organi associativi, di un piano concreto volto ad accrescere consapevolezza, nel nostro ambito professionale e nel Paese, della necessità di un cambiamento culturale forte e radicato e a favorire la prevenzione e la massima tutela nei casi di abuso. Fra le azioni che saranno considerate: il deferimento immediato alle funzioni preposte di eventuali comportamenti scorretti con il fine dell’espulsione dall’associazione; l’istituzione di un team di delegati che seguano le vicende in corso con il supporto legale per valutare eventuali iniziative a tutela delle nostre associate e dell’associazione stessa; il supporto concreto alle professioniste che siano vittime di abusi o testimoni di essi; la creazione di criteri e linee guida per il whisteblowing (denuncia di irregolarità); la promozione di tutti gli strumenti (come certificazioni e bollini) oggi disponibili, o immaginabili, come elementi anche di riferimento per il mercato nell’incentivare le buone pratiche e emarginare quelle inique; l’inserimento, infine, nel programma formativo di Ferpi, di percorsi di orientamento specifici contro la violenza di genere e le molestie sul luogo di lavoro”.

Ferpi infine “desidera manifestare la sua piena e incondizionata solidarietà a tutte le donne vittime di volenza, abusi e molestie, nella certezza che sia soprattutto grazie a sinergie tra mondo delle imprese e dell’associazionismo, unitamente al coinvolgimento crescente dei media e della galassia della formazione nella costruzione di consapevolezza e conoscenza sul tema, che si potranno fare significativi passi avanti”.

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