Umberto Poschi (Italiaonline): «Le PMI possono guidare la rivoluzione dell’AI, se rese protagoniste»
Dalla gestione intelligente delle recensioni ai siti web ottimizzati per AI: il manager illustra come l’innovazione digitale possa diventare un motore di competitività per le piccole e media imprese
Nel pieno della nuova rivoluzione tecnologica, quella dell’intelligenza artificiale, Italiaonline fotografa nel suo ultimo studio la continua crescita della digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane: +15% di aziende che investono in comunicazione digitale e un +50% nell’adozione dell’AI. Abbiamo parlato con Umberto Poschi, Chief Web & Media Services Officer di Italiaonline, per capire meglio come il gruppo stia accompagnando le PMI in questa trasformazione.
Le PMI sono il cuore del sistema produttivo italiano. Come stanno affrontando questa nuova “rivoluzione” tecnologica?
«Le piccole e medie imprese - e in particolare le micro e nano imprese, che sono oggi il nostro core business - sono spesso state i figli minori delle grandi rivoluzioni tecnologiche. Questa volta non può essere così. L’intelligenza artificiale è una trasformazione paragonabile, per impatto, alla scoperta dell’elettricità, ma con una velocità di diffusione senza precedenti.
Portare le PMI dentro questa rivoluzione è essenziale per il Paese: significa aiutarle a restare visibili, profittevoli e competitive in un’economia che cambia a una velocità impressionante».
La ricerca di Italiaonline mostra un mercato della “Presenza e Comunicazione digitale” da 3,8 miliardi di euro e una forte crescita dell’AI. Come si traduce tutto questo nel vostro lavoro quotidiano con le imprese?
«Il nostro modello è quello di industrializzare la complessità tecnologica per renderla accessibile anche alle imprese più piccole. Collaboriamo con partner come Google, OpenAI, Duda e altri player verticali come Vendasta, per integrare soluzioni avanzate nei nostri servizi digitali: siti web, e-commerce, gestione social, recensioni, advertising e chatbot. L’obiettivo è far sì che un piccolo ristoratore o un artigiano possano beneficiare della stessa tecnologia che oggi muove le grandi piattaforme, ma senza doversene preoccupare».
Avete già introdotto soluzioni basate su AI nei vostri servizi?
«Sì, e con risultati concreti. InRete+ è una piattaforma all’avanguardia che aumenta la probabilità che una PMI venga citata dai grandi modelli linguistici. Lo fa garantendo la consistenza e l’autorevolezza delle informazioni dell’azienda su un network di oltre 37 listing e directory strategiche, tra cui le nostre PagineGialle e PagineBianche. Questo è fondamentale perché i motori AI si basano proprio su fonti affidabili per generare risposte pertinenti. Il nostro impegno si estende a tutto l’ecosistema digitale: integriamo strumenti di gestione recensioni con AI, siti web ottimizzati per AI, servizi di SEO AI e Google AI, fino alla creazione di contenuti generati con il supporto dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è semplice: rendere le nuove tecnologie immediatamente accessibili e utilizzabili, permettendo alle PMI di crescere e rimanere competitive in un mercato in continua evoluzione».
Quanto deve investire una piccola impresa per iniziare a essere davvero digitale?
«Parliamo di cifre sostenibili: in media 2.250 euro l’anno, secondo la nostra ricerca. Con questo budget una PMI può già costruire una presenza digitale solida e iniziare a integrare l’intelligenza artificiale nei propri processi di comunicazione e relazione con i clienti. L’importante è iniziare subito: chi non lo farà rischia di restare invisibile in un ecosistema digitale sempre più dominato dai nuovi motori di ricerca conversazionali».