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20/05/2025

Nasce sitowebsicuro.com. Per imparare a proteggersi dai rischi della rete

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Avere un sito web oggi significa essere sì visibili, ma anche esposti. E non serve gestire un portale complesso: è sufficiente anche una semplice pagina aziendale mal configurata per diventare bersaglio di malware, phishing e attacchi automatizzati. Inoltre, chi gestisce questi siti, può non avere adeguata preparazione tecnica, e questo rende ancora più difficile capire quali siano i rischi reali e come affrontarli.

È proprio per questo che è nato SitoWebSicuro.com, la soluzione a 360 gradi per aiutare chiunque – PMI, professionisti, redazioni, enti, associazioni – a comprendere il proprio livello di esposizione e migliorare concretamente la sicurezza online. Si tratta, infatti, di una piattaforma accessibile che guida l’utente nella prevenzione dei rischi digitali e nella costruzione di buone pratiche quotidiane.

I rischi non sono teorici: cosa ci dicono i dati

Secondo il Rapporto Clusit 2025, l’Italia ha subito il 10% degli attacchi informatici globali nel 2024, pur rappresentando appena l’1% del PIL mondiale. Un dato che fotografa una realtà preoccupante: siamo un bersaglio molto più esposto di quanto immaginiamo.

Le minacce principali? Malware (coinvolti nel 40% degli incidenti), ransomware (81% di tutti gli attacchi malware), phishing e vulnerabilità note sfruttate da cybercriminali che agiscono spesso in modo automatico, colpendo chi non ha difese aggiornate. Le PMI sono particolarmente fragili, con sistemi spesso non protetti o lasciati in gestione a chi ha competenze parziali.

Inoltre, l’intelligenza artificiale viene sempre più usata anche dai criminali per automatizzare e raffinare gli attacchi, rendendo obsoleti gli approcci reattivi. L’Italia investe solo lo 0,12% del PIL in cybersecurity, un valore ben lontano dai livelli di altri Paesi europei, e questo si riflette nella nostra vulnerabilità.

Come funziona lo strumento: consapevolezza e azione

SitoWebSicuro.com parte da un presupposto semplice: prima di difendersi, bisogna capire cosa non va. Il sito offre strumenti di diagnosi immediata, come il Security Checker, che analizza vulnerabilità comuni, problemi di configurazione, rischi legati a plugin e CMS obsoleti.

Il servizio non si ferma alla sola scansione. Propone anche un percorso modulare: servizi di monitoraggio H24, sistemi di auto-backup, configurazioni di firewall intelligenti, scanner GDPR, check per l’accessibilità e supporto legale su richiesta. Il tutto pensato per essere attivato anche da chi non ha background tecnico, con un’interfaccia chiara e una guida costante.

Si tratta di un approccio che mette al centro prevenzione e adeguamento: scoraggiare gli attaccanti rendendo il sito meno vulnerabile, più aggiornato e più difficile da aggredire, piuttosto che intervenire dopo il danno, documentando le attività informatiche con reportistica ai fini di tutela.

Imparare a proteggersi: la cultura della sicurezza

Oltre alla tecnologia, lo strumento offre anche informazione. Il blog integrato, le analisi dei casi reali, i suggerimenti sulle normative come il GDPR o la direttiva NIS2, sono parte integrante del servizio. L’obiettivo è che l’utente impari non solo a difendersi, ma anche a gestire in autonomia la sicurezza del proprio spazio online.

Secondo il Clusit, un attacco su dieci in Italia potrebbe essere evitato con maggiore formazione. Questo dato dimostra quanto sia fondamentale diffondere cultura, anche tra chi non lavora nell’IT.

Un sito web è spesso il punto nevralgico della reputazione e dell’identità digitale di un’azienda o di un’organizzazione: proteggerlo significa proteggere anche tutto ciò che gli ruota attorno, cioè clienti, dati, attività.

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