L'industria pubblicitaria sta dando vita a una nuova organizzazione che mira a convincere gli sviluppatori di browser e piattaforme, tra cui Google e Apple, a riconsiderare le recenti decisioni che potrebbero limitare la capacità delle società pubblicitarie di tracciare le persone su siti web e app.
Il nuovo organismo, informa Mediapost, si chiamerà “Partnership for Responsable Addressable Media” e avrà nel direttivo rappresentanti delle principali organizzazioni del settore tra cui la Ana (Association of National Advertisers, che corrisponde alla nostra UPA), l'American Association of Advertising Agencies, lo IAB. A bordo anche una serie di grandi inserzionisti (tra cui Ford, General Motors, IBM, Procter & Gamble e Unilever), agenzie (UM di IPG e Publicis Media), NBC Universal e varie società di tecnologia pubblicitaria (Adobe, MediaMath, The Trade Desk).
Il vice presidente esecutivo dell'ANA Bill Tucker fungerà da direttore esecutivo della nuova organizzazione, mentre Dennis Buchheim, presidente dello IAB Tech Lab, supervisionerà gli standard tecnici.
Gli obiettivi dell'organizzazione
L'organizzazione afferma di voler "far progredire e proteggere" la capacità delle società pubblicitarie di pubblicare annunci digitali personalizzati e raccogliere dati utilizzati per l'analisi, "salvaguardando la privacy e migliorando l'esperienza dei consumatori".
Il gruppo prenderà presto contatto con gli sviluppatori di browser e piattaforme, nella speranza di convincerli a ripensare le recenti decisioni che limiteranno il tracciamento pubblicitario, secondo l'avvocato Stu Ingis, che dirigerà il gruppo di lavoro sul fronte legale e politico.
Tra gli obiettivi c'è quindi quello di aprire un fronte di dialogo con Google e Apple, che stanno preparando nuove misure per limitare il tracciamento pubblicitario.
Google ha recentemente dichiarato di voler configurare il browser Chrome entro il 2022 per bloccare i cookie impostati da società pubblicitarie e altre terze parti.
Mentre il nuovo sistema operativo di Apple, il cui lancio è previsto per il prossimo autunno, informerà i consumatori quando un'app vuole rintracciarli per scopi pubblicitari e chiederà alle persone di consentire o vietare il tracciamento da parte di tale app.
"Queste aziende stanno assumendo decisioni enormi che incidono sull'intera economia - sull'intero ecosistema dei media - senza raccogliere alcun contributo reale dallo stesso ecosistema dei media", ha detto Ingis.