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26/11/2019
di Teresa Nappi

Hearst a Huddle 2019: il vantaggio di essere "ipermetropi" per vedere il presente

L'interpretazione di Massimo Russo del tema "Emozioni e relazione nell'era dei Robot" della quarta edizione dell'evento di Mindshare, invita ad allargare lo sguardo

In un momento di iperconcentrazione sui dettagli, si sente la mancanza di un po' di senso della prospettiva. Uno sguardo più allargato ci offre una lettura diversa della tecnologia - e dei "superpoteri" che ci regala -, portando il senso di stupore iniziale a essere più ponderato. Valutare le conseguenze dell'evoluzione tecnologica è fondamentale. È questa la tesi sostenuta da Massimo Russo, Chief Digital Officer Western Europe di Hearst, in apertura del suo intervento ad Huddle. La quarta edizione dell'evento promosso da Mindshare, chiama quest'anno - ricalcando il format delle precedenti edizioni - alcuni tra i principali esponenti del mondo media e imprenditoriale a interpretare il tema "Humans – Emozioni e Relazioni nell’era dei Robot". E Russo non si è tirato indietro. Partendo da un futuro ormai passato - quello predetto da Blade Runner -, il manager ha portato all'attenzione della platea la tendenza dell'uomo a interpretare a interpretare in maniera distopica il futuro. Una visione che ci porta a «perdere di vista le trasformazioni a lungo termine di ciascuna scoperta», ha detto Russo. «Le trasformazioni fanno paura all'inizio per cui si tende a concentrarsi sulla portata a brevissimo termine della scoperta, ma in realtà le sue ripercussioni possono essere di una più ampia portata e totalmente distanti dall'idea che l'ha generata».

L'invito alla responsabilità

Ecco che tutti sono chiamati alla responsabilità, oltre che a una più profonda analisi della gittata di un'azione: «I nostri apparati tecnologici, primo tra tutti lo smartphone, ci regalano superpoteri che chiamano al contempo a grandi responsabilità». Da qui, Russo passa all'analisi di titoli clamorosi proposti da aggregatori di notizie sui feed news dei nostri smartphone e sottolinea «usare la tecnologia in maniera distorta ha delle conseguenze. Ne sono un esempio le fake news. Un titolo catastrofico e decontestualizzato, sapientemente inserito in un feed news su uno smartphone, può valere circa 500 mila visite al sito che l'ha pubblicata, perché fa leva sulle paure e sui alcuni argomenti topici che tendiamo a perpetuare per reiterare una reazione di massa a vantaggio di pochi», spiega Russo. «Una news che invoca l'impatto di un'asteroide con la Terra entro la fine dell'anno o la violenza su bambini, alimenta nel pubblico paure ataviche che portano al click, a solo vantaggio però dei pochi che la diffondono e a discapito dell'evoluzione umana». Si scatena così un'ulteriore paura dell'uomo verso la macchina che non aiuta il progresso: «Grazie a un uso ponderato di dati e tecnologia siamo oggi in grado di fare cose impensabili non molti anni fa, addirittura interventi sul codice genetico di una persona. Certo che rispetto a questo, bisogna essere responsabili», ha detto Russo. Si può concludere che l'uomo è sia artefice sia detrattore dell'evoluzione.

I Big Data alla base del progresso, ma...

Ecco che i Big Data diventano fondamentali, le informazioni permettono il progresso, interventi meno invasivi ma risolutivi per l'uomo, sempre che questo riesca a normarne l'uso. «Il codice genetico è la cosa più privata di cui disponiamo. Saremmo tutti disposti a metterlo a renderlo pubblico per assicurare un futuro diverso e meno influenzato da anomalie? Direi di sì, ma normare la procedura di tutela della privacy diventa necessaria per porre dei limiti, oltre i quali si rischia di fare solo male, perché l'uomo per sua natura non è ipermetrope e non riesce a vedere il panorama allargato, le conseguenze a lungo termine delle sue azioni», dice ancora il manager. Chiude poi parlando di un difetto tutto italiano: «Nel nostro Paese si tende infine a usare la tecnologia in modo distorto, per presentare la tradizione in modo semplicemente più frizzante. La sostanza però non cambia, si resta radicati. Ecco che la giusta misura tra umano e tecnologico diventa fondamentale, sia nel senso dell'evoluzione sia nel senso di progresso», conclude Russo.

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