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09/06/2020

Alkemy, al via la campagna per il Gay Pride 2020

Diverse le iniziative messe in campo dalla società per il mese dedicato ai diritti civili LGBTQ+: un video virale, manifesti copy-ad, finestre arcobaleno nella sede milanese e un filtro Instagram

Alkemy lancia la campagna in favore dei diritti LGBTQ+ in occasione del mese dedicato ai diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Alla base della campagna di comunicazione il concetto che, nonostante in Italia il lockdown sia finito, molte persone della comunità LGBTQ+ rimangono confinate in una sorta di perenne isolamento, chiuse nella loro identità - sessuale o di genere - per la paura dei pregiudizi, e nella mancanza di diritti fondamentali. Per questo i disegni degli arcobaleni appesi alle finestre di tutto il mondo come segno di speranza durante il lockdown tornano, nella campagna ideata da Alkemy, a rappresentare l’amore in ogni sua forma, l’inclusione sociale e il diritto di manifestare e uscire allo scoperto. Il concetto è declinato attraverso un video e alcune cartoline ideati dal team creativo del Gruppo che verranno diffusi sui principali social media. Gli stessi manifesti saranno tradotti in inglese e adattati per l’utilizzo sui canali social delle sedi Alkemy a livello internazionale. A questo si aggiunge l’ideazione di un filtro per l’utilizzo su Instagram che permetterà agli utenti di condividere le loro foto o le loro storie con i manifesti creativi di Alkemy, in una sorta di marcia virtuale. Infine, complice la posizione strategica della sede dell'agenzia a Milano, le finestre che si affacciano su via San Gregorio, nel cuore del quartiere simbolo della gay life milanese, diventeranno il luogo perfetto per una sorta di mostra all’aperto. Per ciascuna finestra, infatti, gli art director di Alkemy creeranno un’opera artistica ad hoc con la propria interpretazione dell’elemento “arcobaleno”. Il risultato dalla strada sarà la vista di una fila di arcobaleni con un messaggio rilevante e calato nel contesto attuale. “L’emergenza sanitaria ha, per forza di cose, monopolizzato quasi tutte le conversazioni. Il risultato è una pausa del dibattito sociale sull'inclusione e il rischio di fare dei passi indietro rispetto alle conquiste -spesso fragili- della comunità LGBTQ+. La sovrapposizione simbolica fra gli arcobaleni disegnati dai bambini nel corso del lockdown e i colori del Pride è un’opportunità unica per allargare un messaggio ottimistico a una tematica che non passerà come un’emergenza, perché non c’è vaccino contro la discriminazione, ma solo l‘obbligo morale a restare vigili" hanno dichiarato Jan Mattassi e Marco Tironi, direttori creativi di Alkemy. Silvia Bosani, Head of People and Culture in Alkemy, ha così commentato l’iniziativa: “In Alkemy siamo da sempre profondamente convinti che un ambiente di lavoro inclusivo che valorizzi tutte le diversità sia non solo un imperativo valoriale, ma anche un fattore critico di successo per il nostro business. E lo rivendichiamo a partire dal nostro stesso nome, dove l’alchimia è quella che si crea dall’incontro di tutte le diversità, non solo quelle legate alle diverse competenze professionali. In Alkemy ci impegniamo costantemente nel creare le migliori condizioni affinché tutte le nostre persone sentano di poter esprimere al meglio il proprio valore personale ed il proprio talento, indipendentemente da genere, razza, età, nazionalità, orientamento sessuale e religioso. Perché diversità è innovazione, creatività e possibilità di maggiore impatto”.

La ricerca di Alkemy Lab

A causa dell’emergenza Covid-19 e della cancellazione degli eventi dal vivo, perde inevitabilmente forza la capacità comunicativa del Pride e le parole legate al tema della rivendicazione dei diritti civili della comunità LGBTQ+ si presentano sottotono nelle discussioni dei social. È quanto evidenzia l’analisi condotta dal laboratorio di Alkemy su dati Facebook che, attraverso un grafico, mette a confronto le parole legate al Pride utilizzate in queste settimane sui principali social network rispetto all’anno precedente. Il grafico mostra chiaramente come la potente crescita nell’utilizzo sui social delle parole legate al Pride, registrata lo scorso anno nei giorni precedenti il Gay Pride, abbia perso nel 2020 gran parte della sua forza.

Crediti:

  • Direzione creativa: Jan Mattassi e Marco Tironi
  • Copywriter: AzzurraMariotti
  • Art Director: Nataly Reyes Cubas
  • Social Media Strategist: Silvia Bellotti
  • Strategist: Silvia Leso
  • Chief Content Officer: Giorgio Cignoni
  • Producer: Simone di Mezza
  • Junior Producer: Chiara Agresta
  • Editor: Tommaso Forchini

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