DigitalMDE cambia e diventa MDE. Fatturato più che raddoppiato nel 2021

La società italiana focalizzata sul digital sudio, DigitalMDE, fondata da Davide Panza e Mirko Lagonegro, cambia e diventa MDE. L'operazione di rebranding e l'ampliamento dell'offerta di digital audio della compagnia, che ha chiuso il 2021 con un fatturato più che raddoppiato rispetto all'anno precedente, sono stati presentati durante una conferenza il 10 marzo. 

La nuova MDE

L'audio è sempre più diffuso e amato in Italia e i podcast sono una opportunità preziosa sia per il mondo editoriale sia per i brand, che possono offrire agli utenti un contenuto di qualità, seriale e che rimane disponibile nel tempo. MDE è in questo settore da diversi anni: «Nata nel 2016, MDE è la prima società italiana specializzata in digital audio che non si occupa solo della produzione di pocast per le aziende ma di definire e applicare la loro digital audio strategy, grazie a competenze, strategie, strumenti e tecnologia. Questa è la proposta che abbiamo da sempre. Ci occupiamo di tutte le fasi della strategia, dalla produzione alla distribuzione, dalla promozione alla valorizzazione. Negli anni, grazie alla content factory MyVoxes abbiamo realizzato più di 50 serie di podcast, abbiamo lavorato per più di 30 clienti e tenuto moltissimi corsi di formazione, oltre ad avere stretto partnership con le principali istituzioni del settore, IAB Italia, UPA, OBE e con il Politecnico di Milano», ha raccontato Davide Panza a Engage.

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Il manager ha poi spiegato il rebranding: «Siamo nati ancor prima che in Italia venisse codificato il nostro mercato di riferimento e abbiamo scelto come nome DigitalMDE, che univa le iniziali dei nomi dei fondatori, MDE, con Digital, perchè c'era bisogno di specificare e definire il contesto nel quale avremmo operato. Ora, con la grande crescita del digital audio, questa esigenza non c'è più e abbiamo deciso di ridefinire il nostro logo e nome con il semplice MDE». 

L'offerta di MDE

Nel nuovo sito https://www.mdeaudio.com/ si può conoscere l'offerta della società, con due soluzioni dedicate ai podcast e due  partnership tecnologiche esclusive con importanti società leader di mercato che permettono a MDE di interagire con le dinamiche di settore e di lavorare a più ampio raggio rispetto alla sola produzione del contenuto.

Le prime sono MyVoxes, nata nel 2017, la podcast factory, che realizza branded podcast o corporate podcast, e Amplicast, un circuito di amplificazione dei podcast, «che grazie ad accordi con editori selezionati e all’utilizzo di strumenti tecnologici dedicati alla promozione e alla scoperta del podcast, facilita il loro incontro con l’audience di riferimento sui social network, sulle pagine web degli editori e sulle piattaforme di ascolto. Grazie all’accoppiata MyVoxes e Amplicast offriamo ai nostri clienti non solo la creazione del contenuto, il podcast, ma anche lo sviluppo della sua audience grazie ad un piano media specifico e dedicato altamente performante».

Per quanto riguarda le partnership, «Siamo il partner esclusivo per l’Italia di Triton Digital, uno dei leader mondiali del settore audio-tech, che ci permette di offrire ai nostri clienti un set di tecnologie molto avanzato e completo per gestire contenuti audio, distribuirli, misurarne le performance e monetizzarne l’inventory presso gli inserzionisti pubblicitari. La seconda partnership importante è quelle con Trinity Audio che aiuta gli editori a realizzare la propria proposta audio con diverse soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale e sull’integrazione delle tecnologie vocali di Google, Amazon e Microsoft, coprendo ogni fase del progetto. Il suo punto di forza sta nell’aver sviluppato tutta la parte di infrastruttura e layers in modo da fornire una soluzione completa, robusta, un’interfaccia semplice ed intuitiva, ma, soprattutto, plug-&-play ed end-to-end».

Un 2021 in crescita

«MDE ha visto il fatturato più che raddoppiato nel 2021 rispetto al 2020 e ci aspettiamo di crescere anche quest'anno. Nell'ultimo anno è cresciuto anche l'organico, che è passato da 3 a 5 persone con una rosa di circa 20 collaboratori».