di Teresa Nappi

Teads alla Social Media Week: cambiamo le regole del video online con l'Outstream

Viewability e inventory premium limitata sono le criticità che il formato InRead di Teads annulla, portando l'adv video online su un altro livello di fruizione. Intanto è attesa entro marzo la nomina di un nuovo Head of Publishing Italia

Il video advertising online si stima che arriverà a valere circa 12 miliardi di dollari a livello globale entro il 2016. Si tratta in effetti di una cifra importante che denota un mercato dinamico e in costante crescita, che di fatto sta segnando la fine di un’era tv centrica, spostando i pesi verso la fruizione di video online.

Partendo da queste considerazioni, Teads Italia ha oggi, 27 febbraio, nell’ambito della Social Media Week Milan, tracciato le linee del percorso evolutivo che l’ha portata a sostenere l’Outstream e a fondare su questo il proprio business. Un business florido che vede l’azienda – attualmente presente in 15 Paesi con circa 26 uffici, un fatturato globale stimato di circa 100 milioni di dollari e con collaborazioni attive con oltre 2.000 brand e più di 500 publisher premium – posizionarsi tra le tech company per il digital branding leader nel settore dell’online video adv. «La nostra mission è quella di porre l’innovazione tecnologica a servizio di brand e di publisher premium soprattutto, affinché questo segmento di mercato non perda quote di investimenti, traducendosi in una reale leva di business per gli advertiser e che al contempo preservi l’utente, ormai attivo e consapevole e che sempre più spesso decide di skippare un annuncio o abbandonare la pagina perché bombardato di contenuti pubblicitari, proposti in modalità invasive», ha spiegato Lucio Mormile, Director of Business Operations di Teads Italia. Da qui il problema della viewability e di quanto costi alle aziende una continua mancanza di visualizzazioni per la propria pubblicità: «Secondo i più recenti dati a nostra disposizione, il 54% dell’adv online oggi non risulta visualizzata, e se poi ci concentriamo solo sui pre-roll i numeri sono ancora più preoccupanti: risulta infatti che il 78% dei pre-roll su contenuti non premium non sono visualizzati, percentuale che si attesta sul 53% nel caso le pianificazioni vengano effettuate su contenuti premium».
La questione è spinosa, anche perché manca ancora una ridefinizione degli standard (su cui peraltro IAB è al lavoro) per cui può considerarsi visualizzato un video che sia stato visto almeno per 2 secondi. «Ecco perché, mentre l’Associazione del settore ridiscute standardizzazioni più adeguate e veritiere, in Teads abbiamo scelto di affrontare il problema ponendoci dal lato della trasparenza. Se è vero da quanto detto che le criticità maggiori risiedono principalmente nella questione della viewability, ma anche in una inventory video di qualità limitata (solo il 4% di questa, infatti, risulta classificabile come premium, ndr), allora la soluzione non può ancora essere ricercata in formati Instream, che necessitano inevitabilmente di un contenuto video per essere erogati. Allargare l’inventory di qualità significa non considerare solo contenuti video per ads video, ma allargare l’accezione a tutto, anche è soprattutto ai contenuti di natura testuale, come articoli, news. L’Outstream – espressione che identifica i formati adv video che non necessitano di uno stream video alle spalle, cioè di un contenuto video – è l’unica strada possibile per cambiare le regole obsolete che continuano a guidare un mercato che necessita di un cambio di strategia». E’ tra questi che si inserisce il formato inRead targato Teads, che si distingue – come già detto diverse volte – per la sua capacità di entrare nel cuore del contenuto editoriale: «In questo modo il formato è in grado da un lato di creare un contesto premium per gli advertiser in un ambiente diverso da Youtube per esempio, e dall’altro di permettere ai publisher di allargare il bacino di spazi da mettere a disposizione degli spender per l’erogazione di campagne video», spiega ancora Mormile. Ma non solo inRead. La forza di Teads sta anche nella propria capacità di deliverare gli annunci video su ogni tipo di device ed entro i confini di qualsiasi tipo di contenuto: «Vantiamo una potenza di erogazione che che ci permette di veicolare video campagne su oltre 40.000 publisher verticali in tutto il mondo», afferma Mormile che aggiunge: «E lo facciamo nello specifico attraverso tre canali: ad serving, grazie al quale possiamo dare la possibilità ai publisher di usufruire della tecnologia Teads e di proporla commercialmente attraverso la propria forza vendita; attraverso i servizi gestiti da Teads, un insieme di tecnologie che ci permettono di gestire autonomamente campagne per brand specifici ed erogarle all'interno del nostro network di publisher; e poi attraverso le funzioni inglobate nella nostra soluzione SSP video, grazie alle quali - in ambiente programmatic - riusciamo a garantire ai publisher l'ottimizzazione delle revenue da video adv sia Instream che Outstream». Insomma un sistema completo che porta Teads a livelli di leadership indiscussi nel campo del video advertising online. A margine dell'incontro svoltosi al Mondadori Megastore di Milano, abbiamo chiesto a Mormile quali saranno i prossimi passi che Teads Italia muoverà nel corso del 2015: «Il principale focus delle nostre attività nei prossimi mesi sarà lo sviluppo ulteriore della nostra SSP attraverso la sigla di nuove partnership con publisher premium. Anche a fronte di questo ci prepariamo ad annunciare l'arrivo di una nuova risorsa che assumerà a tutti gli effetti la carica di Head of Publishing Italia in Teads, carica attualmente ricoperta da me ad interim». L'ingresso del nuovo Head of Publishing è atteso entro marzo.

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