Gioco d'azzardo, il divieto della pubblicità finanziato da una tassa sulle slot machine
Il Decreto Dignità giunge alla versione finale prima dell’approdo in Gazzetta ufficiale. Il divieto dell'adv per gli operatori del gaming si applicherà a un ampio spettro di forme di comunicazione, incluse le sponsorizzazioni
Novità sul divieto della pubblicità per gli operatori del gioco d’azzardo, una delle norme contenute nel Decreto Dignità che porta la firma del vice premier Luigi Di Maio. Saranno gli apparecchi da intrattenimento – slot machine e Videolotteries – a fornire le risorse necessarie per il taglio della pubblicità di giochi e scommesse, previsto dal decreto, giunto alla versione finale prima dell’approdo in Gazzetta ufficiale. Il Governo ha deciso di aumentare il prelievo erariale unico (Preu) dello 0,5 su slot machine e Vlt, portando le rispettive aliquote al 19,5% e al 6,5% della raccolta. “Gli oneri derivanti dall’articolo sono stimati in 150 milioni per il 2019 e 200 milioni dal 2020”, recita la relazione tecnica che accompagna il testo. Stando all'ultima bozza del Decreto, sono intanto tutte confermate le misure già previste. Sarà vietata, si legge nel decreto, "qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet". L'esecuzione dei contratti pubblicitari alla data di entrata in vigore del decreto sarà consentita “fino alla loro scadenza” e comunque per “non oltre un anno” dalla pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.