21/04/2021
di Andrea Di Domenico

Copyright: il parlamento italiano recepisce la Direttiva UE

Via libera dalle camere al provvedimento, ora la palla passa al Governo per i decreti attuativi, da emanare entro giugno

Con il via libera del Senato, dopo quello già avvenuto alla camera, il parlamento italiano ha recepito definitivamente la Direttiva europea sul copyright emanata nella primavera 2019.


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Semaforo verde delle camere dunque - entro i due anni dall’approvazione del Parlamento europeo, come impone la regolamentazione comunitaria - alla normativa che regola la tutela del diritto d’autore e dei diritti connessi al mercato unico digitale.

Si tratta di un passaggio importante che tuttavia non rappresenta il traguardo finale della norma. La palla passa ora al Governo, che entro il 7 giugno deve emanare i decreti attuativi che hanno il compito di uniformare il documento varato a Bruxelles all’ordinamento dello stato membro. Ed è in questi decreti che ne verranno definiti i dettagli.

La nuova direttiva europea sul Copyright, come noto, è di grande rilievo per il settore editoriale: la normativa prevede infatti che le grandi piattaforme, in seguito alla richiesta da parte degli editori, debbano riconoscere un corrispettivo per lo sfruttamento dei diritti d’autore sui contenuti originali pubblicati dagli editori stessi e condivisi online. Il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, parla di un “risultato importante” a proposito del recepimento da parte del parlamento della Direttiva, e chiede al Governo di procedere spedito verso l’implementazione di “un meccanismo di negoziazione effettiva per la remunerazione degli articoli dei giornali e una definizione di ‘estratti brevi’ che non vanifichi lo spirito della Direttiva”.


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“Questa battaglia non mette in discussione la libertà della rete – sottolinea invece il segretario Fnsi, Raffaele Lorusso -. L’obiettivo, invece, è tutelare i dati personali e garantire la giusta remunerazione del lavoro e degli investimenti. Questa battaglia, che la Fnsi, insieme con i sindacati dei giornalisti di altri Paesi, ha portato avanti anche in Europa, non mette in discussione la libertà della rete. L’obiettivo, invece, è tutelare i dati personali e garantire la giusta remunerazione del lavoro e degli investimenti. Siamo certi che il governo e il Parlamento sapranno cogliere questa sfida”.

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