Il digital adv italiano verso una chiusura 2017 a +12%
Secondo l'Osservatorio Internet Media del PoliMi, il mercato varrà circa 2,7 miliardi di euro, ma gli OTT catalizzano il 70% degli investimenti. Sul 2018 peserà molto l'uscita della Nazionale italiana dai Mondiali di Calcio
Si apre all'insegna di "un colpo al cerchio e un colpo alla botte" l'intervento di Andrea Lamperti, Direttore Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, sul palco di IAB Forum. Come ormai da tradizione, all'Osservatorio è stato affidato il compito di descrivere le prospettive che attendono il mercato pubblicitario su piattaforme digitali, fornendo alla platea gli strumenti per leggere meglio il mercato e quello che lo attende. Un colpo al cerchio e un colpo alla botte, si diceva, perché Lamperti ha cominciato la propria presentazione sottolineando uno dei fatti della cronaca sportiva recente che più preoccupa l'industry pubblicitaria totale: l’uscita della Nazionale italiana di calcio dal Mondiale. Questa particolare - fortunatamente per la nostra Nazionale - circostanza, «si stima peserà sui ricavi pubblicitari 2018 per 80/120 milioni di euro», ha detto Lamperti, confermando i timori espressi nelle ultime settimane su diverse testate specializzate. Di contro, intanto, la pubblicità digitale metterà a segno quest'anno un altro importante segno più. Lamperti infatti dichiara sul palco che gli investimenti sui mezzi online torneranno a crescere a doppia cifra nel 2017, registrando un +12% e raggiungendo i 2,65 miliardi di euro. «In ambito digital e in particolare internet advertising», dice ancora Lamperti, «impatterà sicuramente sul prossimo anno la sconfitta della nostra Nazionale di calcio con la Svezia. Secondo le nostre prime stime, il mercato della pubblicità in Italia chiuderà il 2017 con una raccolta nell’intorno dei 7,9 miliardi di euro. L’impatto della pubblicità legata alla competizione mondiale può arrivare a pesare anche oltre un punto percentuale di questo valore e questo beneficio “aggiuntivo” sarà sicuramente attenuato dalla mancata partecipazione dell’Italia alla competizione». «Tuttavia - continua - la sfida che il nostro paese sta perdendo va ben oltre quei 180 minuti che hanno condannato gli azzurri. La partita è quella che si sta svolgendo sul campo dell’internet advertising e in particolare quella sul ruolo che potranno avere in questo terreno di gioco gli editori italiani - o comunque chi in Italia ha una propria sede e ha effettuato investimenti - rispetto al ruolo oramai dominante dei grandi player internazionali. Questi ultimi, infatti, hanno oramai quasi il pieno controllo del mercato pubblicitario online: nel 2017, secondo le stime dell’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano, la quota degli investimenti che finiscono nelle mani degli Over The Top (OTT) supera il 70%. Non solo: praticamente tutta la crescita del mercato, rispetto al 2016, è legata alle loro piattaforme».