IAB Forum: la pubblicità digitale cresce del 9% nel 2019 grazie a video e native
Il settore arriva così a rappresentare il 40% del mercato advertising complessivo. Bene anche la raccolta classified & ecommerce, a +14%. Il punto a Milano in occasione di IAB Forum
Il digitale è sempre più importante per lo sviluppo dell’economia italiana con il comparto della pubblicità online che cresce per l’undicesimo anno consecutivo, con investimenti che si avvicinano nel 2019 i 3,3 miliardi di euro, in crescita del 9% rispetto al 2018. Il valore rappresenta il 40% della raccolta pubblicitaria complessivo, in aumento rispetto al 37% nel 2018, ed è secondo solo alla televisione che detiene il 44% del mercato (46% nel 2018). A dirlo è stato Andrea Lamperti, Direttore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, presentando i dati della ricerca dell’Osservatorio Internet Media della School of Management a Milano in apertura dello IAB Forum 2019, l'evento italiano sulla comunicazione digitale giunto alla XVIIesima edizione. La componente internet, così rilevante per l’intero settore pubblicitario, rimane tuttavia controllata ancora dai colossi del web, ovvero Google e Facebook in primis, seguiti da Amazon che sta rapidamente sfruttando il suo dominino nell’ecommerce, che detengono oltre il 76% del mercato pubblicitario digitalein linea con il 75% del 2018. In soli cinque anni gli Ott hanno incrementato la loro quota più del 10% (nel 2015 avevano infatti il 65% del mercato). «La crescita del predominio dei colossi della rete ha creato una situazione di mercato non più sostenibile per le aziende che rappresentiamo come associazione», ha detto Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia. «Come sollecitato in diverse occasioni, urge un intervento normativo atto a riequilibrare gli attuali assetti concorrenziali e permettere a tutti gli operatori - editori, concessionarie, agenzie specializzate e ad-tech company - di giocare alla pari con chi come Facebook e Google può avanzare tecnologicamente contando su ingenti risorse finanziarie accumulate grazie a un gettito fiscale pari a nulla. Non c’è più tempo da perdere, abbiamo bisogno di regole chiare, capaci di correggere le attuali storture, andando a colpire le posizioni di abuso e garantire l’intercettazione della reale capacità contributiva di un’azienda senza gravare sulle imprese locali».