di Alessandra La Rosa

Cresce l'uso dei dati di prima parte tra le aziende europee

Secondo uno studio di IAB Europe, l'adozione di first-party data è in aumento tra brand, editori e agenzie. Tra le fonti di insight primeggiano DMP e tool proprietari

La maggior parte delle aziende europee utilizza i dati di prima parte, e la loro percentuale è cresciuta quest'anno rispetto al 2016. E' quanto rivela una recente ricerca di IAB Europe. Secondo lo studio "Attitudes to Programmatic 2017" di IAB, giunto alla sua terza edizione ed effettuato su 31 Paesi europei Italia compresa, l'utilizzo dei dati proprietari è in crescita tra aziende, editori e agenzie, insieme a quello dei dati di terza parte. Un trend che dimostra come le data strategy stiano sempre più raggiungendo un certo livello di maturità. Resta più indietro l'adozione di dati di seconda parte, con un distacco sulle altre tipologie di insight che appare meno netto tra le agenzie. L'utilizzo dei dati di seconda parte è comunque in aumento sullo scorso anno, e il 72% dei brand e il 71% delle aziende contano di utilizzare questo tipo di informazioni in futuro. Per quanto riguarda gli editori, essi continueranno ad attenersi per lo più ai loro dati proprietari, con un minor numero (45%) che conta di utilizzare second-party data. Lo studio di IAB Europe ha indagato anche quali sono le fonti di dati più diffuse. Al primo posto ci sono le DMP, adottate da oltre metà dei brand e degli editori e da tre quarti delle agenzie. Tra le fonti di insight, anche piattaforme e strumenti proprietari risultano particolarmente diffusi sia tra aziende che tra agenzie e publisher. Utilizzati, soprattutto dalle agenzie, anche i data provider.

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