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07/11/2022
di Emanuele Mambelli, Head of R&D and Data Architecture e Senior Data Scientist di Neodata

Come arricchire i First-Party Data grazie ai contenuti

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Nella sezione "opinioni", Engage ospita articoli di approfondimento sui temi caldi della pubblicità online scritti da importanti esponenti dell'industria dell'advertising. In questo contributo Emanuele Mambelli, Head of R&D and Data Architecture e Senior Data Scientist di Neodata, ci spiega perché è importante curare il contenuto digitale come uno degli strumenti che possono arricchire i dati di prima parte.


Contenuto e utente vanno di pari passo: il contenuto aiuta a capire quali sono gli interessi degli utenti e più un utente è conosciuto, meglio si potranno proporre contenuti in linea con i suoi interessi. Per questo è importante curare il contenuto digitale come uno degli strumenti che possono arricchire i dati di prima parte.

L’importanza di First-Party Data sempre più ricchi

Con lo scenario Cookieless 2024 cambieranno le modalità di tracciamento degli utenti e, di conseguenza, anche la possibilità di arricchire i dati di prima parte. Questo sta spingendo le aziende di tecnologia a cercare soluzioni alternative per continuare a fare pubblicità profilata e tutti coloro che operano con l’Adv Digitale ad appoggiarsi a chi è in grado di proporne di valide. Neodata Group ha proposto il suo posizionamento su questo tema durante un webinar a giugno.

Sarà importante, infatti, investire sui propri dati di prima parte: ovvero quegli utenti conosciuti, che navigano sulle properties di un’azienda e che hanno lasciato il proprio consenso, di cui si conoscono interessi e abitudini di acquisto.

Come aumentare e arricchire i propri First-Party Data

Il problema che si pone, a questo punto, è che in genere queste informazioni sono piuttosto scarse. Allora, come arricchire i propri first-party data? Ci sono vari modi per farlo. Il primo, da non sottovalutare, è l’utilizzo – finché sarà possibile – del tracciamento tradizionale con i cookie di terza parte. Spesso si dà per scontato, ma fino all’ultimo momento sarà il più efficace.

Il metodo che vogliamo qui proporre è di non dimenticare di prendersi cura dei propri contenuti. Può sembrare poco, invece non lo è. I profili degli utenti che navigano un contenuto sono arricchiti di informazioni sulla base della classificazione del contenuto stesso. In altre parole, quando un utente legge un articolo sul tennis, per esempio, il suo profilo verrà arricchito con l’informazione che il tennis è un argomento di suo interesse. Più la classificazione di un contenuto è corretta e fedele a ciò che viene raccontato all’interno, più sarà veritiera la classificazione dell’utente. In questo modo sarà possibile arricchire i propri First-Party Data.

Come classificare un contenuto in modo corretto

I metodi ormai consolidati della SEO, con l’attenzione a tutti i Meta Tag, sono fondamentali per la classificazione di un contenuto. È anche importante una buona Content Semantic Optimization, ovvero la verifica che il contenuto espliciti in ogni sua forma il suo significato semantico.

Un’altra cosa da non dimenticare è di controllare, ed eventualmente correggere, la classificazione che la propria piattaforma di Audience Management estrae dai contenuti stessi. exaudi Audience Platform, ad esempio, si serve di avanzati motori di Natural Language Processing, Intelligenza Artificiale e Machine Learning, oltre a motori semantici proprietari, per identificare quei contenuti che non esprimono chiaramente ciò che vogliono comunicare e permette quindi di ottimizzarli.

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