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26/09/2019
di Caterina Varpi

Google, niente soldi a editori in Francia. Ecco la contromossa sul copyright

BigG rimuoverà gli snippet se gli editori non avranno accettato di condividere con il motore di ricerca i propri contenuti gratuitamente. I commenti di Anso e Enpa

Si torna a parlare di Copyright dopo che in primavera il Consiglio dei Ministri UE aveva dato l'ok per la riforma che prevede la possibilità per chiunque sia titolare di un diritto di negoziare un compenso per l’utilizzo dei suoi contenuti da parte delle piattaforme online (ne abbiamo parlato qui). Il primo paese a recepire la direttiva sarà la Francia, con la nuova legge che entrerà in vigore il 25 ottobre. Google ha fatto sapere che non intende pagare i diritti e che cambierà il modo in cui le notizie appaiono sul motore di ricerca, portando avanti, in questo modo, la controversia tra i giganti del digitale e il mondo dell'informazione che accusa i primi di guadagnare alle loro spalle. BigG ha annunciato, infatti, che non pagherà gli editori francesi. Per farlo, ha adottato un sistema per aggirare l'ostacolo: rimuoverà gli snippet, ovvero gli estratti di un articolo fatti da link, un’immagine e un breve riassunto della notizia, se gli editori non avranno accettato di condividere con Google le proprie informazioni, modificando il codice dei loro siti. Ecco il testo della lettera inviata agli editori italiani per avvisarli di questa scelta: "I sistemi di Google hanno designato il vostro sito come organizzazione giornalistica europea, in base alla definizione della Direttiva UE 2019/790 sul diritto d'autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale. In seguito alla nuova legge sul diritto d'autore che riflette questa direttiva in Francia, tale designazione limita la visualizzazione di snippet di testo e di immagini in miniatura derivanti dalla tua proprietà e dalle tue proprietà in Francia. Se vuoi che gli snippet e/o le miniature vengano mostrati nei risultati di ricerca per la tua proprietà, puoi usare i tag HTML per personalizzare il modo in cui Google mostra i tuoi contenuti agli utenti della Ricerca. Altrimenti, se ritieni che questa designazione non sia corretta, puoi modificarla come indicato di seguito". L’approvazione della legge sul copyright da parte dell’Unione Europea era stata accompagnata da numerose critiche rivolte soprattutto all’articolo che consente agli editori di stabilire se mostrare o meno i loro contenuti sui motori di ricerca. Google aveva avvertito che la nuova legge avrebbe potuto comportare la chiusura di Google News, nel quale sono sempre mostrate anteprime degli articoli. Il servizio è stato chiuso in Spagna e ora se ne viene ridotta la portata in Francia, lasciando ai singoli publisher la scelta di mantenere o meno una presenza e di mostrare le anteprime, che rendono più visibili i loro contenuti e contribuiscono, secondo Mountain View, a portare maggior traffico verso i loro siti di notizie. A seconda di come sarà applicata la riforma del copyright europeo, le modalità di pubblicazione delle anteprime potranno variare da paese a paese.

I commenti in Italia, tra pro e contro

La mossa di Google è stata accettata con favore dall'Anso, Associazione Italiana Stampa Online, che ha commentato in un comunicato: "Gli editori nativi digitali hanno sempre sostenuto con forza la necessità di poter scegliere liberamente il proprio destino in merito alla possibilità di essere, o meno, indicizzati su motori di ricerca, social network ed aggregatori in generale. La soluzione ideata da Google scontenta sicuramente i grandi editori, ma garantisce ai piccoli di poter sopravvivere e di continuare ad essere presenti sul principale motore di ricerca al mondo. Con l’annuncio rilasciato ieri da Richard Gingras, vice president Google News, il motore di ricerca si è immediatamente adeguato a quanto previsto dal recepimento francese della normativa e a partire dal 25 ottobre, data in cui la legge francese, primo stato europeo a recepire la direttiva, entrerà in vigore. La scelta per gli editori, di qualunque dimensione, sarà semplice e nella sua semplicità va nella direzione di quanto l’Associazione nazionale della stampa online - Anso in questi anni ha sempre chiesto alle istituzioni europee: dare la possibilità ad ogni singolo editore di decidere se essere presente o meno nel motore di ricerca, senza chiedere alcun compenso economico". "Speriamo - spiega Matteo Rainisio, vicepresidente di Anso - che la linea di Google sia seguita anche da Facebook e da tutti gli altri OTT, i piccoli editori hanno la necessità che motori di ricerca e social network possano rilanciare le loro news per raggiungere sempre più lettori interessati. I grandi editori, al contrario, possono decidere liberamente di essere presenti sul motore di ricerca o di rinunciare al traffico che questi servizi portano quotidianamente sui loro siti". In questi mesi Anso anche nel corso degli stati generali dell’editoria voluti dall’ex sottosegretario Crimi ha più volte ribadito come il recepimento della normativa fosse un passaggio importante per il futuro di migliaia di piccoli editori che in questi anni sono nati e cresciuti grazie, anche, al traffico portato da Facebook, Twitter e degli aggregatori. "Il rischio di una soluzione alla spagnola - conclude Rainisio - dove Google news non esiste più ci terrorizzava, la soluzione ideata non è perfetta, ma sicuramente garantisce un futuro a tantissime aziende editoriali". Non è d'accordo, invece, Carlo Perrone di Enpa – Editori Europei, che ha commentato in un'intervista a La Stampa afferma: “Si tratta di una presa di posizione sgradevole e preoccupante perché in questo modo gli editori vengono messi di fronte a una sorta di ricatto: o mi cedi l’utilizzo dei tuoi contenuti gratuitamente, oppure vieni penalizzato con minore visibilità. Un atteggiamento veramente inaccettabile”.

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