Gaming: il profilo aggiornato del videogiocatore italiano
Il giro d'affari complessivo dell'industria videoludica nel nostro Paese, nel solo anno 2017, ha sfiorato il miliardo e mezzo di euro
Italiani e videogiochi: un binomio che, di questi tempi, appare sempre più solido e redditizio. Secondo i dati divulgati da AESVI, l'Associazione degli Editori e Sviluppatori di Videogiochi Italiani, il giro d'affari complessivo, nel solo anno 2017, ha sfiorato il miliardo e mezzo di euro, con un andamento positivo su tutti i comparti (accessori +10,5%, console +8,6 %). I risultati migliori, comunque, arrivano dal settore software che, da solo, vale il 71% dell'intero business, con un fatturato che supera il miliardo di euro, ripartito tra software digitali (65%) e software fisici (35%). Nel mercato digitale, le applicazioni hanno un ruolo sempre più determinante, come dimostrato dagli incassi (385 milioni di euro, contro i 294 milioni per il download su console e PC): ciò mette in luce la tendenza, già registrata negli anni precedenti da parte degli utenti, a prediligere i dispositivi mobili (52%) rispetto alle piattaforme tradizionali. Smartphone e tablet sono i dispositivi preferiti dalla maggior parte degli utenti, che trascorrono fino a 6,4 ore settimanali impegnati in questo genere di attività ludiche; la console, tuttavia, resta al primo posto per quantità di tempo dedicato al gioco (8,3 ore settimanali, in media). Del resto, la passione degli italiani per i videogiochi è ampiamente riconosciuta: sono circa 17 milioni gli utenti – di età compresa tra i 16 e i 64 anni – che hanno giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Di questi, il 59% è di sesso maschile, contro un 41% di utenti donne, concentrate soprattutto nella fascia compresa tra i 25 e i 34 anni; i videogiocatori uomini, invece, sono «spalmati», in maniera quasi uniforme, su tutte le età: 25-34 (15%), 35-44 (13%) e 45-54 anni (12%).