• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play
28/09/2021
di Engage in collaborazione con Automator International

Le tecniche più diffuse per la marcatura dei prodotti

marcatura.jpg

Per marcare i prodotti commercializzati si può fare riferimento a tecniche differenti: la scelta dell’una o dell’altra dipende, tra l’altro, dalle caratteristiche del materiale su cui si deve intervenire. La marcatura a micropunti, la marcatura laser e la marcatura a caldo rappresentano le soluzioni più comuni: scopriamole più nel dettaglio, anche grazie all’esperienza di Automator International.

Più in generale, la marcatura industriale è un’operazione utilizzata principalmente per contrassegnare ed identificare prodotti industriali così come la maggior parte degli imballi di beni di consumo quali prodotti alimentari. Esempi pratici in cui è necessario ricorrere alla marcatura sono parti di veicoli, metalli preziosi e gioielli, e buona parte delle confezioni dei prodotti alimentari. L’operazione di marcatura consente l’apposizione di dati che possono spaziare dalla data di scadenza di un prodotto, al numero di serie ed altri codici identificativi. I settori coinvolti sono quindi molteplici: dall’industria metallurgica a quella alimentare.

Che cos’è e come funziona la marcatura a micropunti

La marcatura a micropunti consiste in una tecnologia meccanica che presuppone la vibrazione di un punzone di metallo ad alta frequenza, grazie a cui è possibile creare i disegni, le lettere o i numeri che renderanno possibile l’identificazione di un prodotto. Il punzone viene comandato in modalità elettronica e così può incidere una serie di micropunti sul materiale. I dispositivi usati a questo scopo possono essere portatili o da banco; la marcatura, a sua volta, può essere vibrata o controllata. Grazie alla profondità e alla velocità che caratterizzano questo tipo di tecnica, si ha la possibilità di intervenire su una grande varietà di materiali, dal vetro alla ceramica, dal legno al brunito, senza dimenticare il silicio e l’alluminio. La libertà di azione, dal punto di vista grafico, è notevole: con la marcatura a micropunti si possono realizzare testi variabili o fissi, ma anche delle figure geometriche o dei loghi, oltre – ovviamente – a datamatrix e numeri seriali. I marcatori a micropunti offrono la possibilità di realizzare lavorazioni in profondità o in superficie, in modalità elettrica o pneumatica, in punto vibrato o in punto controllato: come si può facilmente intuire, il risultato che si ottiene varia a seconda della tipologia di lavorazione che si adotta.

La micropercussione

La marcatura a micropunti è nota anche con il nome di incisione a micropercussione. Il corpo punta in genere è realizzato in diamante o in carburo di tungsteno, e va a battere contro la superficie di ciò che deve essere marcato. Ciascuno dei punti è la conseguenza di una corrente pulsata che, dopo aver viaggiato attraverso un solenoide, fa in modo che un magnete venga spinto contro la superficie. Dopodiché il gruppo punta ritorna nella posizione di partenza in previsione del conseguente impulso. Dal momento che per ogni impulso è necessaria una frazione di secondo, possono essere sufficienti pochi secondi per completare un codice datamatrix in 2D intero. L’incisione permanente sui materiali plastici o sul metallo garantisce risultati ottimali se viene effettuata con la marcatura a micropunti, che permette di calibrare la frequenza come si preferisce; peraltro il risultato non è condizionato né dalle proprietà dell’ambiente di lavoro né da quelle della superficie che deve essere marcata.

La marcatura laser

I prodotti devono essere marcati in modo che ne possa essere garantita la tracciabilità e, al tempo stesso, ne possa essere certificata la provenienza. È quel che accade anche grazie alla marcatura laser, che è un’altra delle tecniche a cui si ricorre più spesso. Come si può immaginare, in questo caso ad intervenire è un raggio laser, che consente di numerare o di marcare i pezzi. I processi che possono essere eseguiti sono molteplici, a partire dall’incisione: vale la pena di citare la decolorazione e la formazione di schiuma, ma anche la ricottura e l’asportazione. Anche in questo caso, i tempi richiesti sono molto contenuti. La marcatura laser offre numerosi vantaggi, e fra questi uno dei più significativi è rappresentato dagli alti livelli di precisione che possono essere raggiunti. Quindi, garantendo i più alti standard di qualità è possibile marcare le forme geometriche, le lettere e i numeri più piccoli, con risultati sempre omogenei sia sulle plastiche che sui metalli.

I benefici offerti dalla marcatura laser

Un altro degli aspetti positivi correlati alla marcatura laser deve essere individuato nella velocità di marcatura: si tratta, infatti, di un processo di lavorazione molto rapido. Questo si traduce in una notevole produttività, che a sua volta garantisce benefici economici. La marcatura laser viene adoperata per marcare i numeri di serie o per le etichettature. Inoltre, la velocità di lavorazione può essere incrementata a seconda del tipo di apparecchio laser che si sceglie e della fonte laser a cui si fa riferimento. Anche gli imballaggi e i film si prestano a essere marcati con il laser.

La marcatura a caldo

Infine, ecco la marcatura a caldo, effettuata con macchinari che sono muniti di un termostato di precisione attraverso il quale la temperatura può essere regolata a seconda del materiale che deve essere lavorato. Il meccanismo di funzionamento è molto semplice, con la testa di marcatura riscaldata che preme il nastro sulla superficie, così che il colore possa essere rilasciato in maniera permanente. Questa tecnologia è particolarmente indicata per prodotti organici come la pelle, il legno e il cuoio; che devono sottostare a normative ancora più rigide legate ad esempio a provenienza e fornitori.

ARTICOLI CORRELATI