09/03/2016
di Simone Freddi

IAB Italia, un tavolo di lavoro sull'ad blocking

In sinergia con IAB Europe, l’Associazione ha coinvolto 12 Soci per arrivare a definire un White Paper sul tema. Punto di partenza, contrasto ai filtri di anti pubblicità ma maggior rispetto per l'utente

IAB Italia si muove sul fronte dei “filtri anti pubblicità” la cui crescente diffusione sta recando danni crescenti agli editori e al mercato pubblicitario online, e dà il via a una serie di attività sul fenomeno. In particolare, l’Associazione presieduta da Carlo Noseda ha avviato un tavolo di lavoro in stretta sinergia con IAB Europe, che come primo obiettivo ha la realizzazione di un white paper che studierà dimensioni, dinamiche e conseguenze dell'ad blocking. Dodici gli associati coinvolti in rappresentanza delle varie componenti della filiera, inclusi editori come Rcs e Hearst. È prevista anche una sezione con consigli per gli editori ed esperienze – anche internazionali – di chi sta già provando a trovare soluzioni. Il punto di partenza da cui si svilupperà l'analisi di IAB Italia comunque è già definito e prevede la volontà di agire in una duplice direzione: da una parte c’è la il contrasto verso il fenomeno dell'ad blocking, dall’altro l’impegno a favorire la diffusione di una “buona pubblicità” online, che rispetti l’utente e renda piacevole la navigazione su internet. «L’Advertising permette agli editori di sviluppare pluralità e qualità dei contenuti offerti gratuitamente agli utenti, e soprattutto garantisce la libertà di scegliere le informazioni. L’Ad Blocking diminuisce questa libertà di espressione e limita i margini di manovra degli editori e la possibilità di realizzare contenuti e servizi di alto valore, offerti a titolo non oneroso», spiega Carlo Noseda. «Con la stessa fermezza - continua il presidente di IAB Italia - abbiamo sempre criticato anche la pubblicità troppo invasiva. Crediamo infatti che questa sia un’occasione di autocritica che possa portare alla ricerca di una maggiore qualità. Uno dei nostri obiettivi, infatti è portare avanti azioni mirate sul tema dello storytelling, per offrire una user experience di qualità. È fondamentale quindi che l’Advertising online sia rispettosa dell’utente e che consenta una fruizione piacevole e naturale dei contenuti». La volontà di IAB, a livello globale, è infatti quella di far sottoscrivere ai propri associati una dichiarazione di impegno a creare formati e contenuti pubblicitari non eccessivamente invasivi, e sempre gestiti nel rispetto del “patto di attenzione” sottoscritto con gli utenti. In altre parole, «con l’attenzione alla qualità e un rispetto sempre maggiore verso l’utente non avremo bisogno di strumenti di Ad Blocking», sintetizza Noseda. Per raggiungere questo obiettivo, IAB Italia sta lavorando in sinergia con gli editori, «ispirandosi ai principi di IAB Tech Lab a livello internazionale che ha già pubblicato un White Paper (qui il nostro articolo dedicato, ndr) dove presenta una serie proposte che possono essere sintetizzate nell’acronimo DEAL, ovvero Detect, Explain, Ask e Lift of Limit (Individua, Spiega, Chiedi e Solleva o Limita)».

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