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31/01/2023
di Alessandra La Rosa

Lidl, stop alla pubblicità di junk food rivolta ai bambini

A partire da quest’anno, l’insegna non pubblicizzerà ai minori alimenti con un’elevata percentuale di grassi saturi, zucchero o sale

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Quello dell’obesità, e in particolar modo dell’obesità infantile, è uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale, sia perché in costante aumento sia in quanto è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche. Agire sull’educazione dei più piccoli a corrette abitudini alimentari è dunque prioritario, e alcune aziende si stanno già muovendo in questa direzione.

Tra di loro c’è la catena di supermercati Lidl, che, gradualmente entro l’anno in corso, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha deciso di non pubblicizzare ai minori alimenti che presentino un’elevata percentuale di grassi saturi, zucchero o sale.

“Questo approccio, che promuove la diffusione di una dieta più sana e sostenibile, riguarda le attività promozionali comunicate attraverso la televisione, la radio, i social media e i volantini, ad eccezione dei prodotti da ricorrenza proposti in occasione di Natale, Pasqua e Halloween”, precisa l’insegna in una nota.

“Lidl procederà ad eliminare quasi completamente la pubblicità di prodotti non salutari rivolta ai bambini – spiega Eduardo Tursi, Amministratore Delegato Acquisti & Marketing Lidl Italia –. Ogni giorno, attraverso i nostri 700 supermercati, raggiungiamo milioni di clienti contribuendo alla loro alimentazione. Grazie alla nostra strategia per un'alimentazione consapevole, vogliamo diffondere un consumo più responsabile e uno stile di vita sano e alla portata di tutti, ponendo particolare attenzione all’infanzia. A partire da quest’anno, infatti, ci impegniamo a non pubblicizzare più prodotti a marchio rivolti ai bambini considerati non salutari secondo gli standard dell’OMS.”

L’iniziativa dell’insegna fa parte di un progetto più ampio di promozione di un’alimentazione più consapevole e sostenibile, che comprende anche lo sviluppo di un assortimento a base vegetale e l’incremento di cereali integrali all’interno dei prodotti a marchio.

Limitare la pubblicità di junk food: una priorità anche “istituzionale”

Al di là dell’iniziativa dei singoli brand – oltre a Lidl, si può segnalare ad esempio il programma americano Children’s Food and Beverage Advertising Initiative, che vede coinvolte varie aziende, tra cui Coca-Cola, McDonald’s, Ferrero, Danone e Nestlé, nell’impegno a ridurre le attività di marketing di prodotti di junk food rivolte ai bambini –, quella di limitare la pubblicità di prodotti alimentari dannosi per la salute è una tendenza che in alcuni Paesi sta iniziando a prendere piede anche in maniera “istituzionale”.

Nel 2019, ad esempio, la città di Londra ha varato una normativa comunale che vietava su tutta la rete cittadina dei trasporti qualunque forma di pubblicità di cibo spazzatura (alimenti e bevande), e giusto pochi giorni fa in Germania, in occasione della più grande fiera dell'alimentazione al mondo, il ministro dell'agricoltura, il verde Cem Özdemir, ha proposto di vietare la pubblicità di junk food per i minori dalle sei di mattina fino alle 23 alla tv e alla radio, e i manifesti in un raggio di cento metri intorno alle scuole e agli asili. Anche la Spagna l’anno scorso si è mossa in tal senso, proponendo di vietare il coinvolgimento di influencer e testimonial famosi tra i più piccoli in pubblicità per questo genere di prodotti.

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