• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play

Lean Intelligence

Mirko Migliorati
a cura di Mirko Migliorati

Nell’era della Lean Economy, anche il marketing si adegua a questa nuova visione, diventando snello, pensato per ridurre ogni spreco ed essere sempre più efficace. E' a questa tipologia di marketing che Mirko Migliorati, fondatore di Bluedog, si ispira aiutando ogni giorno i suoi clienti a generare business tramite i canali digitali.

10/12/2019

Il content marketing ai tempi dell’AI

Mirko-Migliorati-Bluedog.jpg

Il posto giusto al momento giusto. A volte, è proprio la convergenza tra questi due elementi che può trasformare gli obiettivi in realtà. Immaginate un calciatore durante la finale dei Mondiali che riceve un passaggio perfetto di fronte alla rete avversaria scoperta. Il posto giusto al momento giusto. Proprio come l’utente che trova il contenuto che sta cercando nell’esatto momento in cui ne ha bisogno. Certo, spesso in questi momenti si nasconde un certo grado di fortuna (forse casualità), ma tali opportunità sono quasi sempre frutto dell’abilità e della (pre)visione di chi sa crearle.

Come si creano i contenuti corretti per il pubblico adatto?

Innanzitutto si impara a conoscere il destinatario del nostro messaggio. Seth Godin, scrittore e precursore di alcune tipologie di marketing, ci ha insegnato che non è il vasto mercato a dover attrarre la nostra attenzione, bensì la nicchia. Ma per rivolgersi ad una nicchia circoscritta di utenti è necessario conoscerla, analizzare il percorso (prima e dopo) che l’ha portata da noi, riuscire a prevederne i bisogni. È a questo che serve la segmentazione, quel processo che ci aiuta ad interpretare le firme logiche che si porta dietro ogni singolo utente durante la sua navigazione sul web per identificarlo come appartenente ad uno specifico segmento di target. Il marketer che è riuscito a definire il suo target è come il calciatore che ha superato la prima linea di difesa e inizia ad intravedere la porta avversaria da conquistare.

Come si individuano gli argomenti da trattare?

Una volta individuato l’interlocutore, non resta che comprendere le sue abitudini di ricerca grazie alla search engine optimization (SEO), individuando un set di parole chiave strategiche (ossia generiche e molto competitive) e tattiche (o a coda lunga, specifiche ma molto meno competitive) utilizzate sui motori di ricerca. Sono queste parole chiave a dirci qualcosa in più su chi cerca: curiosità, necessità che stanno motivando una persona ad informarsi, desideri che spingono a compiere un’azione o acquistare un prodotto, ed è su queste parole chiave che va costruito il piano editoriale. La nostra è un’epoca dove tutti producono contenuti (e dove molti si sforzano per produrre contenuti interessanti e di valore). In quest’epoca, azienda e brand sono chiamate a creare un elemento distintivo in cui il target si identifichi e trovi le risposte che sta cercando, quando gli servono.

Quali contenuti proporre e a chi?

Ogni giocatore sul campo da calcio ricopre un ruolo fondamentale. Ci sarà un difensore pronto a difendere la sua area di rigore, un centrocampista volto a creare una brillante azione da goal nell’area avversaria e un attaccante che aspetta il momento giusto per mandare la palla in rete. Lo stratega del content marketing muove i suoi giocatori allo stesso modo, organizza il piano editoriale e sceglie i contenuti giusti a seconda della fase di canalizzazione che intende colpire. Così, alla prima fase del funnel di vendita (awareness), destinerà contenuti pensati per coloro che si avvicinano per la prima volta al brand oppure che ne hanno sentito vagamente parlare. Nella fase successiva (consideration) concentrerà storie di successo, recensioni, etc… che hanno il compito di testimoniare il valore del brand agli occhi di questi prospect, mentre nella fase di decision dovrà spiegare in modo diretto ed esaustivo quali sono i prodotti e servizi più adatti a rispondere alle singole esigenze. Fino all’ultima fase (action) che dovrà guidare l’utente a convertire tramite un touchpoint che deve essere personalizzato a seconda del segmento di target al quale è indirizzato, proprio per risultare più visibile ed efficace.

E' possibile automatizzare le attività di content marketing tramite l'AI?

Individuare le parole chiave, scrivere e ottimizzare i contenuti, fare i test di pagine di destinazione, analizzare i risultati e perfezionare la strategia. Si tratta di processi lunghi che richiedono diverse figure professionali, tempi, energie e, ovviamente, budget. Tutto questo, o almeno una buona parte, può essere delegato all’intelligenza artificiale, portando in campo due vantaggi fondamentali: da una parte automatizzare i processi e lasciare più tempo al content editor di creare e curare i contenuti, dall’altra offrire molteplici opportunità, sfruttando un’analisi dei dati più completa ed efficiente. Grazie all’AI sarà molto più semplice capire quali contenuti indirizzare ai visitatori e quale canale utilizzare in un preciso momento. E sarà come quel momento tanto atteso in cui l’attaccante, riuscendo a dribblare tutti gli avversari, arriverà in area di rigore e assestare un poderoso goal. Ma ci vogliono anche studio, allenamento e impegno costanti.