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04/11/2022
di Roberta Simeoni

Publisher e profilazione: ecco la soluzione di Nativery per monetizzare il traffico consentless

Il Country Manager Italia della piattaforma di native advertising, Mattia Alfieri: "Con il contexual targeting miriamo a elevate revenue per gli editori e ad aumentare interesse e coinvolgimento dell'utenza, anche in assenza di consenso"

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In uno scenario in cui il bacino di utenti che non accettano la profilazione a fini marketing inizia a rappresentare percentuali significative dell’audience totale, incidendo sui ricavi dei publisher, Nativery, piattaforma di native advertising parte del gruppo Ediscom, offre la possibilità di mantenere alti standard di monetizzazione del traffico no consent, rispettando le ultime direttive sul consenso al trattamento dei dati.

Nata nel 2019, Nativery è oggi operativa in Italia e in Spagna e vanta, solo nel nostro mercato, oltre 2.000 campagne attive e circa 500 milioni di views al mese.

La piattaforma è nata già in ottica di dismissione dei cookies di terza parte, come ricorda Mattia Alfieri, Country Manager Italia: “Abbiamo sviluppato la piattaforma in un’ottica differente, ponendo al centro della strategia il contenuto. Stiamo testando ulteriori possibilità di targetizzazione per un’ottimizzazione delle campagne degli advertiser che diano il maggior beneficio all’editore”. 

Mattia Alfieri, Country Manager Italia di Nativery

Mattia Alfieri, Country Manager Italia di Nativery

Lo stato dell’arte del traffico non consensato

Dall’introduzione del GDPR fino alle ultime novità di profilazione e al IAB transparency and consent framework, i marketer europei stanno cercando un piano di azione comune nel sempre più concreto mondo cookieless.

In questa ricerca occorre ricordare che il consenso dell’utente è al centro dell’attenzione nel mondo cookieless. Infatti, mentre un tempo tale consenso era pressoché implicito oggi la nuova normativa e gli aggiornamenti privacy pongono l’accento su una chiara espressione al trattamento dei dati di navigazione. Ciò comporta un’utenza maggiormente consapevole, conscia dell’importanza dei propri dati; tuttavia, l’altro lato della medaglia evidenzia percentuali di traffico no consent attorno al 30%-35%.

Questa fetta di utenza rappresenta una grande possibilità di ottimizzare le revenue degli editori, continuando a soddisfare le esigenze degli advertiser: “La direzione intrapresa prevede che sia necessario un cambiamento del punto di vista in cui guardiamo l’audience: lo scenario cookieless ci consente di farlo approfondendo il contenuto piuttosto che l’utente”, spiega ancora il Country Manager Italia di Nativery Alfieri. “L’attenzione fino ad ora era incentrata sugli standard qualitativi dell’inventory con un interesse sempre maggiore per la profondità di profilazione. Ad oggi dobbiamo considerare nuove strategie per consolidare le aspettative dei nostri advertiser. Il nostro network di editori beneficia di una piattaforma studiata e costruita in ottica cookieless”.

Native advertising con contextual targeting

Tra le soluzioni di monetizzazione della percentuale di traffico no consent quella che spicca maggiormente è il contextual targeting. Come specifica Alfieri: “Con il contexual targeting Nativery mira non solo a mantenere elevate le revenue dei propri editori. Questa tipologia di targetizzazione è estremamente efficace se si pensa al grado di interesse e coinvolgimento dell’audience”.

Con il contextual targeting, gli utenti che non hanno prestato il consenso alla profilazione della propria navigazione interagiscono comunque con un annuncio pubblicitario nativo. La differenza principale sta nell’argomento stesso dell’ads, molto più inerente al contesto in cui sta navigando l’utente.

“Il nostro algoritmo analizza il contesto editoriale e propone l’ads più inerente e coerente con l’articolo ospitante. Si può quasi dire che il contextual targeting è una delle massime affermazioni del native advertising che, in questo modo, diventa proprio un camaleonte”.

La piattaforma di native advertising Nativery afferma, quindi, il proprio posizionamento nel mondo digitale cookieless con una soluzione efficace per la salute economica dell’ecosistema editoriale online. “Grazie al contextual targetig nativo gli editori potranno continuare a ottenere le proprie revenue advertising, rispettando la scelta no consent dell’utenza e, al contempo, offrendo un’esperienza pubblicitaria migliore e più in linea con i contenuti del proprio sito”, conclude Alfieri.

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