27/03/2020

IPG e Publicis, nessuna previsione finanziaria per il 2020. «Scenario troppo incerto»

Le due holding pubblicitarie hanno comunicato al mercato che gli obiettivi di business già resi pubblici non sono da ritenersi più validi a causa della crisi del Coronavirus

Interpublic Group e Publicis Groupe hanno comunicato che gli obiettivi di business 2020 resi pubblici nel recente passato non sono da ritenersi più validi a causa della crisi del Coronavirus. La comunicazione delle due holding pubblicitarie arriva la stessa settimana in cui Twitter ha fatto sapere al mercato che il primo trimestre si chiuderà con un fatturato in calo, sempre a causa della crisi del Coronavirus. Nei giorni scorsi anche Facebook ha annunciato un rallentamento del business pubblicitario. Come già avvenuto in occasione di altre crisi economiche, l’industria pubblicitaria si sta preparando dunque ad affrontare un forte calo degli investimenti da parte delle aziende. Storicamente il marketing è infatti una delle prime voci dei bilanci che le imprese tagliano durante una fase recessiva. IPG, la compagnia statunitense guidata dal Ceo Michael Roth, ha spiegato in una nota che l'epidemia ha aumentato la "volatilità e l’incertezza economica e finanziaria", una situazione che sta già cominciando ad impattare, e lo farà presto in modo più marcato, sulle performance di molti dei suoi clienti. Per questa ragione l'obiettivo di una crescita organica del 3%, comunicato in occasione della pubblicazione del bilancio 2019, è da ritenersi non più attendibile. Il gruppo francese Publicis ha invece deciso di non fornire al mercato alcuna previsione finanziaria fino a nuovo avviso, proprio a causa della situazione economica incerta. Se a fine febbraio l’andamento del business era in linea con la tabella di marcia per il 2020, fa sapere Publicis Groupe, ora non è più possibile formulare alcuna previsione. Anche la statunitense Omnicom Group, rivale di IPG e Publicis, ha emesso una nota in cui ha allertato il mercato sul fatto che le restrizioni decise dai governi per contrastare il Covd-19 “possono ridurre la domanda delle aziende per i servizi che offriamo loro determinando così una riduzione delle nostre entrate, uno scenario che influirebbe negativamente sulla nostra operatività”.

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