La rivoluzione cookieless è ormai prossima e sono già molti gli inserzionisti che si dimostrano pronti a cambiare le proprie strategie per farsi trovare preparati alle nuove modalità di targeting. In questo scenario, Captify, società attiva nel campo della search intelligence, lavora da tempo alla creazione e all’attivazione di segmenti cookieless, combinando i dati di ricerca on-site proprietari con i dati contestuali. Una sfida che la società ha abbracciato con decisione, e che diventa ora una vera e propria direttiva. Le campagne branding display e video attivate da qui in poi, infatti, annuncia la società in una nota, utilizzeranno la soluzione Cookieless Search-Powered Contextual. Una decisione, questa, che non si allinea solamente all’advertising del futuro, ma che avrà anche ripercussioni positive su KPI e reach delle campagne.
Le oltre 300 campagne, degli oltre 100 inserzionisti che hanno impiegato questa soluzione, hanno riscontrato un rendimento del 25% migliore rispetto a quelle cookie-based. La soluzione PSI (Programmatic Search Intelligence) è stata in grado di portare il CTR delle campagne cookieless a +37% sul benchmark di mercato, si legge nel comunicato.
L’offerta poi è in grado di accedere anche alle inventory disponibili su Safari, Firefox e iOS - ovvero quei browser che non possono essere raggiunti da campagne cookie-based - aumentando così il bacino di utenza raggiungibile attraverso le inserzioni. La scelta di Captify non avrà effetti sulle campagne già attive in modalità cookie-based, che continueranno ad essere erogate nello stesso modo fino al termine previsto. Sarà effettiva invece per le prossime attività in partenza da qui in avanti.
“Da diversi mesi offriamo a tutti i clienti le nostre soluzioni di Cookieless Search Intelligence. La search infatti rappresenta da sempre il nostro DNA e questa innovazione sottolinea il nostro impegno a migliorare continuamente i nostri prodotti”, afferma Vincent Pelillo, President EU di Captify, nella foto sotto. “L'utilizzo del dato rimane quindi fondamentale, in quanto il contesto da solo non è sufficiente a rivelare l'intento, ma è uno strumento che ci permette di affinare le attività di targeting. Captify continua così a essere il più grande detentore di search onsite dell’open web”.

“La transizione alle campagne cookieless è già possibile, oltre che vantaggiosa sotto il punto di vista dei risultati di campagna. La dismissione dei cookie è solo questione di tempo, aspettare l’ultimo momento per toccare con mano le nuove tecnologie di targeting potrebbe far perdere agli inserzionisti delle grandi opportunità rispetto al proprio target e ai competitor. Captify ha lavorato fin da subito a soluzioni in grado di portare i KPI delle campagne a un livello superiore anche nel nuovo scenario cookieless e i risultati che registriamo a livello internazionale e locale ne evidenziano la forte efficacia", aggiunge Nelson Gregory Francesca, Sales Director Italy di Captify.
Per una pubblicità di successo già dai prossimi mesi, è importante puntare su una transizione fluida alla metodologia cookieless, per farsi trovare preparati alle nuove modalità di targeting. Secondo il Politecnico di Milano, già a inizio 2021 il livello di interesse rispetto al targeting in modalità cookieless era “rilevante” o “massimo” per la maggior parte dei professionisti del marketing. Al contempo, però, il 48% delle aziende valutava “assente” o “limitata” la conoscenza delle modalità di targeting che non utilizzano cookie di terze parti, e il 50% si diceva impreparata in riferimento a misurazione e programmatic.
Da quel momento ad oggi sono sempre di più i brand che decidono di toccare con mano le nuove modalità di profilazione, aumentando il proprio bagaglio di esperienza verso tecnologie che diventeranno i prossimi standard di mercato. Gli strumenti che abilitano questo tipo di campagne stanno poi aumentando la loro efficacia, e talvolta sono in grado di ottenere risultati migliori rispetti alle attività di segmentazione classiche.