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14/01/2019
di Alessandra La Rosa

Spotify quest'anno punta sui podcast. Anche da un punto di vista pubblicitario

Aumentano i programmi proposti e l'interesse del pubblico: così per l'app è giunto il momento di rendere l'offerta commerciale più scalabile (e automatizzata)

In occasione del Ces di Las Vegas la scorsa settimana, Spotify ha fatto il punto sulla sua strategia riguardo una particolare tipologia di contenuto: i podcast. L'app di streaming, infatti, quest'anno ha intenzione di puntare decisamente su questi contenuti: in piano ad esempio c'è l'intenzione di estendere ai podcast la tecnologia di personalizzazione già utilizzata per suggerire agli utenti brani musicali, aggiornare l'interfaccia dell'applicazione in modo da accedere più facilmente ai podcast e, non da ultimo, sfruttare questi contenuti - che concorrono a far aumentare  il tempo speso in generale sulla piattaforma - anche da un punto di vista pubblicitario. In realtà, Spotify vende pubblicità sui podcast da metà dello scorso anno, ma adesso - con un'offerta di contenuti in costante aumento e un crescente interesse del pubblico - sarebbe giunto il momento di rendere l'offerta commerciale più scalabile. In tal senso, il management della società svedese starebbe considerando se ha senso acquistare all'esterno o costruire internamente una tecnologia per l'inserimento della pubblicità nei programmi, utile a rendere scalabile il passaggio da un metodo di vendita in-house (tramite il team commerciale della società) a uno programmatico. In questo si inserirebbe anche la volontà di migliorare gli algoritmi che regolano i suggerimenti dei podcast: un impegno che tornerebbe utile non solo per la personalizzazione dei contenuti ma anche per il targeting pubblicitario. Dati come comportamenti e stati d'animo potrebbero infatti risultare particolarmente utili anche per l'erogazione di messaggi pubblicitari rilevanti all'interno dei podcast.

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