Media Transparency: un tema sempre prioritario per il mercato pubblicitario
Lo conferma la ricerca 2019 dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano. L'opinione di Fabrizio Angelini, Sensemakers-comScore Italia: «Gli enti certificatori devono garantire alti livelli di indipendenza»
All'interno del filone della misurazione in ambito pubblicitario, il tema della Media Transparency (in parole povere, la trasparenza su tutta la filiera dell'acquisto di spazi sui mezzi di comunicazione, specialmente online) ha ricevuto grande attenzione negli ultimi anni. L'argomento continua ad essere particolarmente sentito all'interno del mercato, e in considerazione di ciò - e in continuità con l’edizione precedente - la ricerca 2019 dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano è tornata ad analizzarlo. In particolare, lo studio ha individuato 5 dimensioni principali di analisi: Viewability, Ad Fraud Prevention, Brand Safety, Accredited Third Party Evaluation, Data Trasparency & Value Chain Fee and Rebate. «La tematica della Viewability rimane di interesse primario per tutti quei player che lavorano con obiettivi di branding e consideration (per il 73% dei rispondenti è un argomento ad alta o molto alta priorità), tanto da aver trovato collocazione naturale all’interno delle metriche standard di misurazione delle campagne pubblicitarie», afferma Nicola Spiller, Direttore dell’Osservatorio Internet Media. Anche la possibilità di ottenere contesti di comunicazione in linea con la legge e con policy specifiche delle aziende stesse (Brand Safety) è molto sentita. Infatti, molte grandi aziende multinazionali hanno adottato delle politiche di protezione a livello centrale molto cautelative, prevedendo accordi stringenti con i partner di filiera e liste di esclusione (black list) estremamente selettive. Il tema dei meccanismi di protezione dall’Ad Fraud è tipicamente percepito come importante da coloro che operano principalmente con obiettivi di conversion. Le imprese più sensibili hanno avviato un progressivo percorso di attenta valutazione e selezione dei propri partner di marketing e comunicazione e considerano adeguate le disposizioni per gestire le maggiori criticità derivanti da tale tematica. La misurazione delle performance da parte di terze parti accreditate, invece, è un’area all’interno della quale la sensibilità da parte delle imprese investitrici è cresciuta nell’ultimo anno in modo considerevole. Tale interesse si è tradotto in un numero crescente di realtà per le quali gli investimenti in certificazioni e tracking sono aumentati nel tempo, anche fino a coprire la totalità delle campagne di comunicazione, a testimonianza del fatto che tali spese vengono percepite come a valore aggiunto per il controllo dell’efficacia di tali iniziative. «Un’ultima dimensione riguarda la trasparenza sulla distribuzione delle fee lungo la filiera (es. sconti, diritti di negoziazione, ecc) e, per le iniziative data driven, sulla proprietà e qualità dei dati e sulla composizione del costo e qualità degli spazi media acquistati (Data Transparency & Value Chain Fee & Rebate) - aggiunge Spiller - le aziende più evolute stanno lavorando per ridurre l’opacità percepita, secondo tre direttrici di internalizzazione: competenze, dati e tecnologie».