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28/09/2016
di Cosimo Vestito

I big dell’editoria digitale americana lanciano un ad exchange congiunto

ABC, Condé Nast, Hearst, The Washington Post, News Corp e altri grandi publisher, uniti nell’associazione Digital Content Next, presenteranno l’anno prossimo TruxtX, una piattaforma tecnologica trasparente che permetterà ai marketer di acquistare spazi pubblicitari sulle loro property

Digital Content Next (DCN), associazione di categoria che rappresenta alcune tra le più importanti aziende mediali globali, sta per lanciare un proprio ad exchange, chiamato TrustX, con l’obiettivo di portare maggiore trasparenza nella pubblicità online. La piattaforma tecnologica permetterà ai marketer di acquistare spazio pubblicitario sulle proprietà dei marchi editoriali, inclusi ABC, Condé Nast, Hearst, NBCUniversal, il Washington Post, Meredith, ESPN, Vox Media e News Corp. TruxtX opererà come una sussidiaria senza scopo di lucro di DCN e, stando a quanto dichiarato al Wall Street Journal da Jason Kint, Chief Executive della sigla, è stata progettata per riportare trasparenza nella sempre più complicata filiera della pubblicità online. “È stato chiaro che per ripristinare fiducia nel mercato avevamo bisogno di entrare in gioco in maniera più diretta”, ha dichiarato Kint. Digital Content Next ha inoltre affermato che TrustX si concentrerà nel generare benefici di lungo termine per operatori e editori, senza concedersi ad investitori esterni e perseguire finalità di profitto. L’ad exchange garantirà che i marketer pagheranno per annunci visionati solo da parte di consumatori reali e promette anche di fornire totale trasparenza circa i costi di erogazione della campagna. Kint prevede che TrustX sarà operativo entro la prima parte del prossimo anno. La società ad tech Iponweb è stata selezionata per costruire la tecnologia sottostante la piattaforma. Già in passato alcune società operanti nell’editoria digitale si erano impegnate in simili alleanze, sempre in ambito Programmatic. Tra le più importanti figurano Pangea, composta da The Guardian, CNN International, The Financial Times, Reuters e l’Economist e, in Francia, il consorzio La Place Media, attivo dal 2012.

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