di Alessandra La Rosa

Ad blocker: nel mondo costeranno quest'anno 21,8 miliardi di dollari di mancati ricavi adv

Il numero di utenti che usano i software per bloccare la visualizzazione di pubblicità sulle pagine web sta crescendo velocemente. In Italia sono 4,7 milioni, il 12,9% degli internauti

Sta crescendo esponenzialmente, e con sensibili ricadute in termini di mancati ricavi adv. Stiamo parlando degli ad blocker, i software per bloccare la visualizzazione di pubblicità sulle pagine web. Un fenomeno che, secondo uno studio di Adobe e PageFair, costerà 21,8 miliardi di dollari di mancati ricavi pubblicitari a livello globale nel 2015, e 41,4 mld nel 2016. Stando a quanto rivela il report, il numero di internauti che fanno "ad-blocking" sui browser di navigazione per non vedere gli annunci pubblicitari sta crescendo velocemente: a fine giugno erano 198 milioni nel mondo (+41% rispetto a un anno fa) di cui 77 milioni in Europa e 4,7 milioni in Italia. Si tratterebbe del 6% della popolazione internet mondiale, con un costo di quasi 22 miliardi di mancati ricavi adv pari al 14% della spesa pubblicitaria globale. In Europa la crescita è stata del 38%, e l’uso più massiccio di questo tipo di software avviene in Grecia (dove ne usufruisce il 36,7% degli internauti) e Polonia (34,9%), mentre le percentuali più basse sono in Francia (10,3% di internauti) e Slovacchia (8,9%). L’Italia è quintultima con il 12,9%. Tra i browser per pc, 126 milioni di persone usano un sofware di ad-blocking su Chrome di Google, 48 milioni su Firefox e 9 milioni su Safari di Apple. Su smartphone e tablet i filtri anti-spot sono ancora poco usati, ma secondo gli analisti la situazione è destinata a cambiare molto presto. La versione di Safari per iPhone e iPad rappresenta infatti il 52% del mercato della navigazione mobile, e Apple in autunno lancerà il nuovo sistema operativo per dispositivi mobili, l’iOS 9, che supporterà questi filtri. Quanto alle ragioni che spingono gli internauti a usare gli ad blocker, tra i principali c'è un cattivo utilizzo delle informazioni personali degli utenti e il troppo elevato numero di annunci adv. Qui è possibile scaricare il report completo.

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