03/05/2019
di Alessandra La Rosa

Verizon valuta la vendita di Tumblr. E si fa avanti Pornhub

L'azienda di telecomunicazioni avrebbe avviato colloqui con alcune società per individuare potenziali acquirenti della sua property. E il sito di contenuti per adulti ha manifestato pubblicamente interesse

Verizon potrebbe essere vicina alla vendita di Tumblr, la piattaforma di blogging acquisita insieme a Yahoo nel 2017, e una volta del valore di oltre un miliardo di dollari. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, l'azienda di telecomunicazioni avrebbe avviato colloqui con alcune società nelle scorse settimane per testare il terreno su potenziali acquirenti della sua property, che attualmente conta oltre 465 milioni di blog e 172 miliardi di post. Un processo che, stando alla testata americana, è ancora alle prime fasi e potrebbe comunque non portare ad alcuna transazione effettiva. Tumblr era stato acquisito da Yahoo nel 2013 per 1,1 miliardi di dollari, e quando nel 2017 Verizon aveva acquisito Yahoo per 4,8 miliardi, con essa aveva fatto sua anche la piattaforma di blogging. Attualmente Tumblr fa parte di Verizon Media Group (ex Oath), il brand ombrello delle property digitali dell'azienda, da cui lo scorso anno è uscita un'altra piattaforma ex-Yahoo, Flickr, venduta a SmugMug. A dicembre dello scorso anno, Tumblr è stata al centro di una serie di polemiche dopo la decisione di bannare tutti i contenuti pornografici presenti sulla sua piattaforma (che non erano pochi, considerando che a un certo punto della sua storia, circa il 12% dei principali 200 mila blog di Tumblr contenevano soprattutto contenuti per adulti). Una mossa che ha sollevato aspre critiche nei confronti della società e un netto calo nel traffico di utenti, che tra dicembre 2018 e marzo 2019, secondo quanto riporta The Verge, è crollato del 30%. Tumblr non ha fornito indicazioni su una possibile futura revoca della decisione.

L'interesse di Pornhub

E, forse, questa decisione potrebbe essere presa da un eventuale futuro proprietario della piattaforma. Proprio su questo tema dei contenuti pornografici ha fatto leva infatti, all'indomani della rumors sulla possibile vendita, il sito Pornhub, manifestando pubblicamente interesse sull'acquisto di Tumblr. «Tumblr era un'oasi sicura per chi voleva esplorare e esprimere la propria sessualità, inclusi gli affezionati all'intrattenimento per adulti» ha spiegato il Vice Presidente di Pornhub Corey Price in un'intervista a BuzzFeed News, aggiungendo che «ci sono ovvie sinergie tra i due brand e Pornhub potrebbe trarre valore da Tumblr. Siamo estremamente interessati nell'acquisizione della piattaforma, e non vediamo l'ora di riportarlo alla sua vecchia gloria con i contenuti NSFW (Not Suitable/Safe For Work)». Che dietro l'iniziativa di Pornhub ci possa essere solo un tentativo di attirare l'attenzione mediatica, o magari invece la seria volontà di acquistare Tumblr, non è dato ancora saperlo. Non ci sono attualmente infatti indicazioni sul fatto che Pornhub abbia effettivamente avuto colloqui con Verizon in merito all'acquisizione. Ma è anche vero che il sito di contenuti per adulti ha sin da subito cavalcato il "ban" sulla pornografia di Pornhub, invitando all'epoca gli utenti delusi della piattaforma di microblogging a visitare il proprio sito. E che una possibile acquisizione da parte sua potrebbe portare a Tumblr nuovo traffico e, forse, anche un potenziamento strategico su mobile (dove Pornhub è particolarmente forte, con l'80% degli utenti provenienti da dispositivi mobili nel 2018). https://twitter.com/Pornhub/status/1069984706521747458?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.buzzfeednews.com%2Farticle%2Fryanhatesthis%2Fpornhub-interested-in-buying-tumblr Nell'ultima trimestrale di Verizon, relativa al Q1 2019, la divisione Verizon Media ha registrato un fatturato di 1,8 miliardi di dollari, in calo del 7,2% anno su anno. La compagnia di telecomunicazioni, lo scorso dicembre, ha annunciato una svalutazione di 4,6 miliardi di dollariper la sua media unit, che porterebbe il valore di quest'ultima a 200 milioni di dollari: svalutazione, a detta dell'azienda, dovuta in gran parte alle pressioni concorrenziali che si sono determinate nell’ambito del mercato del digital advertising.

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