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25/09/2015
di Teresa Nappi

Tg|adv: il know how che dà valore ai contenuti "brandizzati"

Il content marketing per la concessionaria guidata da Alberto Gugliada è diventato sempre più importante, tanto da portare la sigla a definire al proprio interno un team dedicato al native

Insieme al programmatic, il native advertising è una delle tendenze evolutive più notevoli dell’attuale scenario della comunicazione interattiva: il "native" rappresenta il cuore di un movimento interno alla pubblicità digitale, che esce dai suoi tradizionali confini di “banner” - semplice trasposizione online della pubblicità visiva tipica dei mezzi cartacei - per assumere le sembianze del contenuto che lo ospita, diventandone “parte”. In questo modo, il messaggio viene trasmesso in forma più piacevole, fluida e - secondo la maggior parte degli studi - efficace. Su Engage mag numero 11/2015 abbiamo dedicato un ampio focus al native advertising, raccogliendo opinioni e presentando alcune tra le strutture che possono vantare un'offerta di soluzioni avanzate in questo campo. Tra queste c'è Tg|adv, che vanta al proprio interno un team dedicato al native. Ne parliamo con Alberto Gugliada, ceo della concessionaria.


Pioniera del native advertising e del content marketing, tg|adv realizza da 12 anni progetti che rispondono all'esigenza dei brand di raccontarsi. Dalla costruzione dello storytelling allo sviluppo degli speciali editoriali "brandizzati", l'attenzione è sempre rivolta all'utente finale e alla qualità dei contenuti proposti. Un modo di procedere che ha già dato molti risultati, tanto da portare la concessionaria alla scelta di costituire al proprio interno una unit dedicata esclusivamente ai progetti native, come spiega il ceo Alberto Gugliada.

Quali indicherebbe come i principali benefici del content marketing per un brand?

I maggiori benefici sono legati al rapporto più diretto con il lettore. Questo particolare aspetto può innanzitutto portare alla costruzione di una campagna più esplicativa. Per i prodotti che necessitano di maggiori spiegazioni in termini valoriali o di plus del prodotto stesso, il contributo del content marketing è sicuramente significativo dal punto di vista tattico. In ordine più strategico, invece, per un brand l'utilizzo del content offre la possibilità di fornire un servizio aggiuntivo rispetto a quello del prodotto e del servizio stesso. Vi sono quindi due vantaggi, uno più tattico e uno più strategico: il primo per una maggior conoscenza del prodotto e il secondo per una costruzione più ampia del brand, che vada a creare una maggiore vicinanza con il potenziale cliente lavorando sulla determinazione di un rapporto diretto con il consumatore.

Qual è la vostra ricetta per far sì che contenuti di brand e quelli prodotti dagli editori del vostro network possano fondersi in un tutt'uno coerente agli occhi degli utenti?

L'importante è riuscire a contestualizzare lo storytelling del cliente all'interno di prodotti editoriali che siano affini in termini di argomento. Inoltre, occorre riuscire a creare una giusta sintesi fra il tono di voce del cliente e lo stile editoriale della testata di riferimento: ci deve essere una grande coerenza e omogeneità, una sorta di fusione, che portino a un miglioramento del posizionamento del brand, senza che l’editore possa perdere di vista la propria anima, la propria missione, ossia informare, far conoscere e fornire contenuti di qualità ai propri lettori.

Quali sono dunque in sintesi le caratteristiche della vostra offerta in questo senso?

La nostra offerta in ambito native è molto ampia. Noi lavoriamo su progetti di questo tipo sia piccoli che complessi, da pubblieditoriali e storytelling a puntate fino ad arrivare a grandi produzioni audio-visive, come le web series, a seconda del posizionamento del cliente, della sua volontà di costruire continuità sul progetto editoriale stesso e di incentivare l'interazione dell'utente con il suo contenuto.

Quanto del business della concessionaria è imputabile a iniziative native based?

La nostra è un'azienda che ha sempre lavorato molto nel native, abbiamo casi che risalgono anche al 2003. Sono già 12 anni che realizziamo speciali editoriali “brandizzati” con grande competenza, sia in termini ideativi e creativi che quantitativi e di risultato, cercando di fondere queste due anime e aspetti; una sfida non semplice, ma che è fondamentale per dare al cliente grande creatività e revenue. Il nostro business legato al native è ad oggi pari al 10-15%; in futuro aumenterà sempre di più, anche a fronte del fatto che abbiamo inaugurato una unit dedicata al native e che si occuperà esclusivamente di questo tipo di progettualità.

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