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30/07/2020
di Simone Freddi

Sky, senza sport la pubblicità va giù: raccolta a 43% nel secondo trimestre

Il broadcaster europeo paga la crisi del Covid-19 anche sul fronte degli abbonamenti

Sky paga dazio al coronavirus nel secondo trimestre del 2020. Il broadcaster europeo che fa capo al gruppo Comcast ha visto calare significativamente i propri ricavi sia sul fronte pubblicitario che su quello dei ricavi diretti (da abbonamento e on demand), principalmente a causa della cancellazione degli eventi sportivi causata della pandemia. 

Nei tre mesi tra aprile e giugno, i ricavi totali di Sky sono scesi del 15,5% a 4,1 miliardi di dollari. L'adjusted Ebitda cala del 2,9% a 749 milioni.

Più nel dettaglio, la raccolta pubblicitaria del broadcaster, che opera in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania, Austria e Spagna, è crollata del 43% a 321 milioni di dollari nel secondo trimestre, mentre le entrate del segmento direct-to-consumer sono calate del 9,4% a 3,5 miliardi. 

Comcast ha detto che il Covid-19 ha provocato “meno ricavi dagli abbonamenti ai servizi sportivi”, ammettendo che molte persone hanno cancellato i propri abbonamenti mentre una serie di eventi sportivi di grande richiamo (tra cui Premier League e Serie A), erano in stand-by. Comcast ha fatto sapere che i clienti totali di Sky sono 23,7 milioni nel secondo trimestre, 214.000 in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa. I ricavi diretti generati dai contenuti sono stati a loro volta colpiti dall'assenza di eventi sportivi, flettendo del 35,7% su base trimestrale a 234 milioni di dollari.

Il peggio però dovrebbe essere alle spalle: nel nostro Paese, dove Sky ha dichiarato di aver registrato un calo della raccolta pubblicitaria del 30,5% tra gennaio e maggio, l'azienda ha dichiarato di aver vissuto una netta inversione di tendenza a a partire dalla seconda quindicina di giugno, con la ripresa dei campionati di calcio e degli eventi sportivi motoristici.

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