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19/07/2018
di Simone Freddi

Mentana sul giornale online: Cairo non sarà editore, possibile ruolo per la pubblicità

Il giornalista ha fornito alcune anticipazioni sul nuovo progetto editoriale: «Un giornale fatto da giovani, in grado di ricucire il rapporto tra l'informazione e le nuove generazioni»

Urbano Cairo non sarà l'editore del nuovo progetto editoriale di Enrico Mentana, ma potrebbe avere un ruolo nella raccolta pubblicitaria: a precisarlo è stato le stesso direttore del Tg di La7, a margine del suo intervento sulle Fake News al Campus Party in corso a Rho Fiera, in cui ha fornito alcune anticipazioni su come sarà il suo nuovo giornale online annunciato una decina di giorni fa con un post su Facebook. «Non può essere l'editore di questo giornale, altrimenti non si capirebbe perché i giovani non li assume al Corriere della Sera o da un'altra parte. Sarebbe incongruo», ha detto Mentana, commentando le parole dell'imprenditore, che ha detto che gli sarà accanto nel progetto. «È chiaro - ha aggiunto il giornalista, secondo l'Agi - che se vorrò dare una cosa forte a Cairo gli darò la raccolta pubblicitaria, perché è lì che si guadagna». In precedenza, Mentana aveva illustrato alcuni dei concetti che dovranno guidare lo sviluppo del suo giornale online, che sarà  un prodotto editoriale fatto da giovani, in grado di «ricucire il rapporto tra l’informazione e le nuove generazioni», pensato per essere fruito dallo smartphone, ancora prima che dal PC. Ma non sarà un giornale rivolto solo ai giovani, con un taglio «generalista, con l’ambizione di essere letto da tutti». Mentana, che ha già precisato di avere l'intenzione di investire in prima persona nell'iniziativa, ha aperto anche a possibili donazioni di altri soggetti per garantire stabilità «al momento opportuno», anche se l'ambizione è quella di dar vita a un progetto in grado di offrire solide basi sul fronte dei ricavi. «Ho in mente un’idea di giornale che possa dar vita a garanzie sul fronte della raccolta pubblicitaria, per attenuare l’esborso iniziale», anche perché «Il costo annuo industriale di un praticante è superiore ai 20 mila euro, e i praticanti saranno tanti. Dopo tutta l’aspettativa che si è creata, sarebbe un suicidio dar vita a un progetto editoriale gracile», ha detto il giornalista, che infine ha escluso un suo ruolo da direttore «perché lo sono già al Tg La7, e perché dopo quello che ho detto non avrebbe senso un giornale che ha bisogno di una levatrice di 63 anni».

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