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14/03/2019
di Andrea Salvadori

Il Fatto Quotidiano debutta a Piazza Affari. Monteverdi: «Primo step per diventare una data company»

L'editrice de Il Fatto Quotidiano e della web tv Loft vede aumentare intanto il business pubblicitario anche nel primo bimestre del 2019 con il cartaceo a +52,9% e il digitale in aumento del 28,7%

Dopo una partenza in forte crescita, il titolo della Società Fatto Editoriale ha chiuso la sua prima giornata di contrattazioni in Borsa in leggero calo. L’editrice de Il Fatto Quotidiano ha aperto a 0,8485 euro, sopra i 0,72 euro fissati per il collocamento sul listino Aim, con un incremento di oltre 17 punti percentuali, per ripiegare e arrivare a fine giornata ad un valore di 0,715 euro. Il volume scambiato è stato di 1.358.000 azioni per un valore negoziato di 1,03 milioni. Con i proventi raccolti grazie alla quotazione, «Seif intende portare avanti il piano di diversificazione del business e di trasformazione in data company», ha spiegato l’amministratore delegato e presidente Cinzia Monteverdi, poco prima del tradizionale suono della campanella che ha aperto la giornata di scambi. Per la quotazione sono state collocate 4.052.000 azioni proprie, pari al 16,2% del capitale, con un controvalore di oltre 2,9 milioni di euro e una capitalizzazione di 18 milioni di euro. Entro della fine dell’anno, la società conta di mettere sul mercato altre 2,4 milioni di azioni proprie, pari al 9,5%, dal momento che Seif aveva inizialmente dichiarato la disponibilità, tramite azioni proprie, di portare sul mercato il 25,7%. In un futuro non lontanto, «, se le condizioni di mercato lo permetteranno, intendiamo quotarci anche su una piazza estera, probabilmente a Parigi, in moda da raccogliere l’adesione al progetto degli investitori internazionali», specifica Monteverdi. All'offerta iniziale «hanno partecipato principalmente investitori italiani e istituzionali. Il retail rappresenta invece una piccola componente che, ci auguriamo, possa aumentare presto il suo peso». Il futuro del sistema editoriale de Il Fatto Quotidiano sarà dunque sempre di più «all’insegna della rivoluzione digitale, con un grande sforzo nella profilazione della nostra comunità di lettori», ha detto Monteverdi. La società ha infatti avviato una collaborazione con Weborama, società specializzata in data science e profilazione semantica, mentre più di recente ha sottoscritto una partnership con il programma Subscribe With Google per le sottoscrizioni degli abbonamenti online. Non mancheranno comunque a breve novità sul fronte del cartaceo diretto da Marco Travaglio, come si legge nel documento di ammissione in Borsa: l’avvio di pagine locali a Roma e Milano, una nuova edizione del lunedì, con la nascita di un inserto economico di otto pagine, due nuove pagine dedicate alle inchieste. Così come è confermato il progetto del mensile di approfondimento FQ Millennium, diretto da Peter Gomez, responsabile anche del sito del Fatto. D’altronde la fetta più grande dei ricavi di Seif proviene oggi dalle vendite editoriali, l’80,6% nel primo semestre del 2018 comprendendo anche i libri della casa editrice Paper First, mentre il 15% spetta alle inserzioni pubblicitarie, cresciute lo scorso anno di oltre il 20%. In quest’ultima area di business il digitale, gestito dalla concessionaria MovingUp, rappresenta oggi la quota più importante. Nel 2017 valeva 3,1 milioni di euro, lo scorso anno «ha chiuso in aumento del 21,8% e nel primo bimestre del 28,7%». L’andamento è positivo anche per il quotidiano cartaceo, che in controtendenza rispetto al mercato di riferimento ha posto fine al 2018 «con ricavi pubblicitari in aumento del 21,1% e con un trend migliore, addirittura del 52,9%, nei primi due mesi del 2019». La concessionaria in questo caso è Sport Network ma l’editore sta ragionando sull’eventualità di iniziare ad occuparsene direttamente con una propria rete vendita. Oltre all’area editoriale, Seif punta in particolare sullo sviluppo della televisione digitale a pagamento Loft e del business delle produzioni per conto terzi. Loft Produzioni lavora già da tempo con il gruppo Discovery, sulle cui emittenti sono andate e vanno in onda “La Confessione” di Peter Gomez , “The Match” e “Amori e Disaccordi” di Andrea Scanzi, e “Belve” di Francesca Fagnani. «Presto annunceremo nuovi accordi con altri broadcaster per la messa in onda di nuovi format, documentari, inchieste. Stiamo parlando con tutti, Rai, Sky, La7, così come con realtà come Netflix e TimVision». Secondo le stime del gruppo, il fatturato ha chiuso il 2018 a quota 27,6 milioni di euro, in crescita rispetto agli oltre 26 milioni di euro del 2017. Nel primo semestre dello scorso anno, i ricavi sono stati invece pari a circa 14 milioni, in aumento dell’8,5%, “principalmente per l’effetto congiunto dell’ingresso di nuovi clienti nel settore della pubblicità (in crescita dell’11% a 2,103 milioni di euro con il digitale a +17,4%, ndr) e per l’entrata in esercizio di nuovi prodotti con particolare riferimento alla produzione di contenuti audio-video nell’ambito dello sviluppo del progetto Web Tv Loft”. L’Ebitda è stato di oltre 1,5 milioni, la Posizione Finanziaria Netta di 4,5 milioni. I principali azionisti di Seif sono Cinzia Monteverdi e Antonio Padellaro, entrambi con il 16,26% delle quote, mentre Chiare Lettere e Edima detengono ciascuno l’11,34% del capitale della società, seguiti da Francesco Aliberti con il 7,35%. Altri azionisti, tra cui alcune delle firme di punta della testata, da Marco Travaglio a Peter Gomez e Marco Lillo, detengono invece quote inferiori al 5% per un complessivo 11,77%.

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