Secondo GroupM Italy, nel nostro Paese la raccolta pubblicitaria di Amazon è di circa 100 milioni di euro. Lo ha dichiarato Massimo Beduschi, Chief Executive Officer della holding di Wpp, a Il Sole 24 Ore, rendendo note, per la prima volta, delle stime sugli incassi del sito di ecommerce derivanti dalle attività di marketing e pubblicità. Si tratta di una cifra distante dalle somme incassate da Facebook e Google ma comunque superiore a quanto arriva nelle casse delle maggiori concessionarie di online adv "tradizionali".
“Secondo le nostre stime, a Google è attribuibile una quota di circa 1,4 miliardi, Facebook è intorno ai 900 milioni, mentre Amazon si attesta sui 100 milioni. Il resto del mercato pubblicitario digitale vale trecento milioni”. E la situazione, probabilmente, in futuro non cambierà: "Nei prossimi anni, il 33% dell’attuale quota digitale arriverà a superare il 50%", ha dichiarato il Ceo in un'intervista pubblicata oggi sulla versione cartacea del quotidiano di informazione economico-finanziaria.
Il mercato pubblicitario chiuderà a -1,3% nel 2019
Beduschi ha inoltre affermato che quest’anno il mercato italiano della pubblicità chiuderà a -1,3%, una flessione che potrebbe addirittura raggiungere il 2% nel peggiore degli scenari previsti. La divisione italiana di GroupM ha quindi aggiornato in negativo le stime precedenti confermando allo stesso tempo quanto prospettato a inizio mese da
Massimo Costa, Country Manager di Wpp per l'Italia.
A fronte della stagnazione e della flessione del valore degli altri media, nel 2019 si registra una crescita del segmento digitale, tuttavia, ha fatto notare Beduschi, i maggiori artefici dell'espansione sono i giganti del web.
Oggi Google, Facebook e Amazon raccolgono infatti oltre l’85% dei 2,7 miliardi di euro di raccolta pubblicitaria del segmento online.
Altre cause della revisione peggiorativa delle proiezioni 2019 sono da ricondurre all’assenza di grandi eventi sportivi e alle restrizioni riguardanti la pubblicità al gioco d’azzardo: “A queste dinamiche si aggiunge la situazione economica “debole” con i consumi che stentano a riprendersi, e lo
spostamento di budget dei grandi investitori verso forme di comunicazione non ancora monitorate del tutto, come il branded content, l’influencer marketing, le sponsorizzazioni e gli eventi”, ha detto Beduschi.