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15/07/2019
di Cosimo Vestito

Amazon, in Italia la pubblicità varrebbe già 100 milioni

Lo stima GroupM che, nel frattempo, rivede in negativo le previsioni per il mercato. Le parole del Ceo Massimo Beduschi, in un'intervista al Sole 24Ore

Secondo GroupM Italy, nel nostro Paese la raccolta pubblicitaria di Amazon è di circa 100 milioni di euro. Lo ha dichiarato Massimo Beduschi, Chief Executive Officer della holding di Wpp, a Il Sole 24 Ore, rendendo note, per la prima volta, delle stime sugli incassi del sito di ecommerce derivanti dalle attività di marketing e pubblicità. Si tratta di una cifra distante dalle somme incassate da Facebook e Google ma comunque superiore a quanto arriva nelle casse delle maggiori concessionarie di online adv "tradizionali". “Secondo le nostre stime, a Google è attribuibile una quota di circa 1,4 miliardi, Facebook è intorno ai 900 milioni, mentre Amazon si attesta sui 100 milioni. Il resto del mercato pubblicitario digitale vale trecento milioni”. E la situazione, probabilmente, in futuro non cambierà: "Nei prossimi anni, il 33% dell’attuale quota digitale arriverà a superare il 50%", ha dichiarato il Ceo in un'intervista pubblicata oggi sulla versione cartacea del quotidiano di informazione economico-finanziaria.

Il mercato pubblicitario chiuderà a -1,3% nel 2019

Beduschi ha inoltre affermato che quest’anno il mercato italiano della pubblicità chiuderà a -1,3%, una flessione che potrebbe addirittura raggiungere il 2% nel peggiore degli scenari previsti. La divisione italiana di GroupM ha quindi aggiornato in negativo le stime precedenti confermando allo stesso tempo quanto prospettato a inizio mese da Massimo Costa, Country Manager di Wpp per l'Italia. A fronte della stagnazione e della flessione del valore degli altri media, nel 2019 si registra una crescita del segmento digitale, tuttavia, ha fatto notare Beduschi, i maggiori artefici dell'espansione sono i giganti del web. Oggi Google, Facebook e Amazon raccolgono infatti oltre l’85% dei 2,7 miliardi di euro di raccolta pubblicitaria del segmento online. Altre cause della revisione peggiorativa delle proiezioni 2019 sono da ricondurre all’assenza di grandi eventi sportivi e alle restrizioni riguardanti la pubblicità al gioco d’azzardo: “A queste dinamiche si aggiunge la situazione economica “debole” con  i consumi che stentano a riprendersi, e lo spostamento di budget dei grandi investitori verso forme di comunicazione non ancora monitorate del tutto, come il branded content, l’influencer marketing, le sponsorizzazioni e gli eventi”, ha detto Beduschi.

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