12/05/2020

Decreto Rilancio, ecco tutte le misure in arrivo a sostegno dell'editoria

Bonus pubblicità dal 30% al 50%, con un tetto annuale di 60 milioni di euro, e credito di imposta anche per le spese digitali sostenute dagli editori e per i costi per l'acquisto della carta tra le novità previste dal Governo

Sono diverse le nuove misure a sostegno del settore dell’editoria previste dal Decreto Rilancio che il Governo dovrebbe licenziare nelle prossime ore. L’esecutivo sarebbe innanzitutto intenzionato, secondo quanto si legge nella bozza del decreto che sta circolando tra gli addetti ai lavori, a portare i crediti ammissibili al cosiddetto Bonus Pubblicità dal 30% al 50% in via straordinaria per il 2020. Le aziende quindi potranno contare su un credito d’imposta più sostanzioso per gli investimenti in pubblicità sulla stampa (anche online) e sulle emittenti tv e radio locali. Anche perché il tetto di spesa è stato innalzato fino a 60 milioni di euro, con un incremento delle risorse già disponibili a legislazione vigente di 32,5 milioni di euro per il 2020. Di questi, 40 milioni sono riservati agli investimenti su carta stampata e digitale, 20 milioni per tv e radio locali. Il Bonus Pubblicità cambia dunque ancora dopo le novità introdotte a marzo con il Decreto Cura Italia. Allora era stato deciso di applicare il credito d’imposta nel 2020 non più solo sull’incremento della spesa pubblicitaria, come previsto fino ad allora, ma sull’investimento pubblicitario complessivo, aprendo una nuova finestra per l’invio della comunicazione telematica di accesso al credito dal 1 ed il 30 settembre (e confermando la validità delle domande già presentate dai potenziali beneficiari del Bonus tra il 1 ed il 31 marzo). Nei giorni scorsi si era parlato anche dell’estensione del Bonus anche alle televisioni nazionali, con i requisiti che queste siano finanziate “esclusivamente o prevalentemente dalla pubblicità” e che svolgano “attività di preminente interesse generale”, ma alla fine sembra che la misura sia stata accantonata. Il Governo avrebbe quindi deciso di introdurre un nuovo credito di imposta al 30% per le spese digitali sostenute dagli editori, ovvero per servizi di server, hosting, manutenzione evolutiva delle testate digitali e di gestione della connettività. In questo caso, il limite di spesa previsto sarebbe di 8 milioni di euro (chi ne beneficia però non può contare su altre agevolazioni o contributi diretti). Un ulteriore credito di imposta dell’8% dovrebbe riguardare le spese sostenute da editori di quotidiani, periodici e libri per la carta da stampare nel corso del 2019. Il tetto massimo è di 24 milioni e anche in questo caso la misura non è cumulabile al contributo diretto alle imprese editrici. Per quanto riguarda le rese dei giornali, sempre per il solo anno in corso, la bozza prevede l'innalzamento al 95% del regime agevolato in materia di Iva (contro l'80% attuale). Il Governo dovrebbe quindi varare una misura a sostegno delle edicole rimaste aperte durante il lockdown. Il Bonus edicolanti prevede un contributo una tantum fino a 500 euro per edicola con una spesa massima di 7 milioni di euro. Per quanto riguarda le agenzie di stampa e tv nazionali, la durata dei contratti per la fornitura al Governo di servizi giornalistici viene estesa infine fino al 30 giugno del 2021, mentre non è chiaro se i termini per le procedure di riequilibrio finanziario dell'Inpgi, la cassa previdenziale dei giornalisti, saranno differite di 6 mesi, dal 30 giugno al 31 dicembre 2020.

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